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Russiagate, Stefania Craxi: finanziamento della politica è tema irrisolto da oltre due decenni



«Se una commissione d’inchiesta deve esserci, questa non può affrontare il tema solo nell’arco temporale e nell’orizzonte che conviene al Pd. Il garantismo non è una cifra caratterizzante di questa sinistra, sono garantisti a targhe alterne e in assenza di una capacità di elaborazione politica si cerca di abbattere l’avversario per via giudiziaria. Il finanziamento alla politica è tema irrisolto da oltre due decenni». Sul Russiagate parla Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, vicepresidente della commissione Esteri di Palazzo Madama, che sulla Lega osserva: «La Lega sulla questione del finanziamento della politica rischia di pagare anche il suo passato forcaiolo. E Salvini sulla giustizia è troppo ondivago. L'alleanza con i 5s non lo aiuta».


Senatrice Craxi, che opinione ha di questo cosiddetto Russiagate che ha investito la Lega?

In mezzo a tanto fumo e tanto clamore non è facile orientarsi. Piuttosto, allo stato, registro contraddizioni a destra e manca, una retorica stantia intrisa di moralismo e fiumi di ipocrisia. Faccio notare che il tema del finanziamento della politica non è una questione dell’oggi. È aperto e irrisolto da oltre due decenni. Necessiterebbe di una riflessione seria, di sistema, che parta dal ruolo, dall’autonomia e dalla funzione della politica, specie nel “millennio globale”, che è condizione imprescindibile per delineare gli interessi strategici del nostro Paese e, soprattutto, il suo posizionamento internazionale.

È il tema centrale dei prossimi mesi e si presenterà in forme non ortodosse. Proprio come queste…



Il Pd sta caricando a testa bassa. Lei ha già detto che quando si parla di rubli gli eredi del Pci dovrebbero usare più cautela. Ma tornando all'oggi, come giudica questo attacco senza aspettare neppure che l'inchiesta faccia il suo corso?

Ho detto che c’è molta ipocrisia e che se Commissione d’inchiesta deve esserci, questa non può affrontare il tema solo nell’arco temporale e nell’orizzonte che conviene loro. Le istituzioni, per me, sono ancora una cosa seria. Non sono armi di propaganda e di gioco politico. Quanto al resto, “diciamo” che garantismo non è una cifra caratterizzante di questa sinistra. Lo sappiamo, sono garantisti a targhe alterne: lo enunciano e poi usano a seguire l’argomento giudiziario come una clava. La verità e che quel Partito ha ereditato il peggio delle vecchie tradizioni. Moralismo militante e, in assenza di capacità di elaborazione politica, si cerca di abbattere l’avversario con l’arma giudiziaria. Ma di che stupirsi se tale arma è stata utilizzata anche nella lotta interna al Pd stesso?


Cambiano le epoche, i personaggi e le vicende sono molto diversi, ma si è aperta una nuova caccia a Salvini?

Ho visto “cacce” più grosse in passato. Perché dovrebbe stupirmi questa? Il problema, però, e che Salvini sulla giustizia è troppo ondivago e l’alleanza con il M5S non lo aiuta certo a chiarirsi le idee. Senza contare poi che la Lega, sulla questione del finanziamento della politica, rischia di pagare anche il suo passato forcaiolo. E comunque l’arma giudiziaria ha funzionato con “mani pulite” perché inedita… Ora, dopo lustri, è un po’ troppo “usurata”, non produce gli effetti sperati ed è controproducente…


Emerge una fragilità, al di là del caso in questione, nella politica estera della Lega e di questo governo che rischia di apparire a zig-zag tra Usa, Russia, Via della Seta?

Assolutamente si. Il contesto internazionale non è già di suo semplice. Se a questo aggiungiamo la confusione strutturale di questo Governo, credetemi, c’è da preoccuparsi. Dal Venezuela alla Libia, passando per la “questione cinese” sottovalutata in tutto e per tutto, cui contribuisce anche certo Pd, sono troppe le contraddizioni. Ne pagheremo le conseguenze. Per un paese come l’Italia la dimensione e la proiezione internazionale è fondamentale.


Ormai è uno scontro al giorno e sempre più duro nel governo. E con l’attacco del premier Conte a Salvini sull’incontro al Viminale con le parti sociali non crede si sia andati oltre le quotidiane fibrillazioni?

Guardi, avanzare un’analisi o una semplice valutazione politica avendo come parametro gli scontri interni alla maggioranza e al governo è un esercizio vano. Non c’è nulla di razionale in tutto quanto assistiamo. Sono solo fumisterie, tattiche di piccolo cabotaggio buone a mettere in secondo piano i grandi temi.


Perché Salvini non stacca la spina e torna con il centrodestra? Così non rischia che prima o poi i Cinque Stelle e il Pd facciano un accordo senza elezioni?

È una domanda che deve fare a Salvini e alla Lega. E, già che c’è, gli chieda anche di pronunciarsi su che idea ha, se ce l’ha, sul futuro del centrodestra italiano. Non parlo solo dell’aspetto contenutistico, politico e culturale, che è fondamentale e su cui bisognerà discutere, ma proprio della sua articolazione. Hanno fatto tanto parlare di inciuci attaccando Forza Italia in questi anni - loro che oggi stanno con i pentastellati - e poi nel retrobottega se ne sentono di tutti i colori…


Dentro Forza Italia impazza il dibattito sulle primarie. Ma non crede ci sia un problema di linea politica?

È stata avviata una discussione sul tema primarie. Personalmente, credo che, al di là dei meccanismi di selezione democratica che il gruppo dei “cinque” collegialmente individuerà, c’è l’urgenza di definire una nuova e aggiornata piattaforma politica e culturale. Dobbiamo immaginare l’Italia dei prossimi venti anni e lavorare per una forza in grado di essere interprete di una società che cambia a ritmo vertiginoso. Ma questa consapevolezza è viva e presente in tutte le anime di Forza Italia e in molte forze vive del paese.



di Paola Sacchi

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