La montagna ha partorito il topolino. Parola di Francesco Paolo Russo, Presidente dell’Associazione di promozione sociale A.C.A.H. All cops are heroes, nonché sindacalista delle forze di Polizia. Si riferisce, Russo, agli assistenti civici, immaginati dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, e da alcuni sindaci, primo fra tutti il primo cittadino di Bari, Antonio Decaro. Avrebbero dovuto svolgere non chiari compiti di utilità pubblica e sorveglianza durante la “Fase 2”, in una sorta di pericolosa sovrapposizione con le forze di polizia. Avrebbero, perché adesso si riducono, per usare le parole di Decaro, a «dispensatori di buona educazione». Una retromarcia dovuta alle pesanti critiche che la misura ha sollevato non solo nell’opposizione ma nella stessa maggioranza di governo. Con la responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese, che dopo aver detto di non essere nemmeno stata informata ieri ha sottolineato che «le decisioni assunte senza preventiva consultazione del ministero dell’Interno non dovranno comportare compiti aggiuntivi per le prefetture e le forze di polizia, già quotidianamente impegnate nei controlli sul territorio». Insomma, gli assistenti civici escono fortemente ridimensionati: faranno solo volontariato sotto l’ombrello della Protezione civile e non avranno nessun titolo di polizia. Non è una bella figura per l’esecutivo. «E in ogni caso anche questa vicenda denuncia la disattenzione verso il comparto sicurezza», dice Russo.
In che senso?
«Anziché mandare allo sbaraglio 60 mila persone avrebbero potuto e dovuto implementare le risorse per sicurezza. Avrebbero potuto e dovuto, così come è successo per la scuola, destinare delle risorse per incrementare l’organico delle forze dell’ordine che è da tempo tragicamente in sofferenza. Non ci sono le risorse sufficienti per fare questo? La cosa è opinabile, ma in ogni caso si poteva – e non si è fatto nemmeno questo – mettere due soldi sugli straordinari per metterci nelle condizioni di presidiare meglio il territorio. Vuole che gliela dica tutta?».
Prego?
«Noi poliziotti vorremmo essere rispettati da vivi. Siamo eroi quando moriamo, basti pensare alla morte tragica di Pasquale Apicella, ma da vivi ci voltano spesso e volentieri le spalle. Diciamo la verità, hanno fatto un maxi decreto che non ha previsto niente per le forze dell’ordine, nonostante siamo stati, insieme a medici e infermieri, in prima linea nella lotta al Covid-19».
Assumere nuovi poliziotti, dice lei. Ma per indire un concorso, fare le prove selettive ci vogliono mesi se non anni…
«Ci sono concorsi da agente di Polizia già espletati, concorsi che registrano tantissimi idonei non vincitori. Basterebbe fare lo scorrimento delle graduatorie per risolvere il problema. Certo, bisogna volerlo».
Ma insomma Russo, questi assistenti civici servono o sono solo uno spot primaverile girato male?
«Premesso che nessuno ha messo nero su bianco cosa sono chiamati a fare questi assistenti civici, le regole d’ingaggio, resta che nella prima versione, quella in cui avrebbero dovuto concorrere nel garantire l’ordine e la sicurezza, sarebbero serviti di fatto solo a distogliere le forze dell’ordine dai loro compiti: si immagina quante volte noi poliziotti saremmo stati chiamati ad intervenire per dirimere risse e discussioni tra i cittadini e questi 60mila soggetti? Nell’ultima versione poi, dico la verità, non capisco proprio a che servano. Ad accompagnare le vecchine a fare la spesa o a stare davanti ai parchi pubblici e regolare gli ingressi? Ebbene mi permetto di dire che anche per fare questo ci vuole esperienza perché comunque ci si deve interfacciare con le persone con professionalità. Prima di scendere in strada un poliziotto segue corsi su corsi sull’ordine pubblico. A Nettuno, per dire, abbiamo un istituto che prepara e forma proprio sulle regole d’ingaggio. Noi poliziotti abbiamo una professionalità che ci è riconosciuta in tutto il mondo. Siamo pochi, è vero, ma siamo i più preparati».
Però la figura dell’assistente civico sarebbe almeno un modo per far lavorare i percettori del reddito di cittadinanza invece di lasciarli sul divano.
«Se è per questo, causa coronavirus, mancano i lavoratori stagionali nei campi. Si mandi provvisoriamente questi volontari in campagna. Ne beneficerà l’agricoltura e i consumatori, visto che i prezzi di alcuni prodotti sono saliti alle stelle. Non è che metti il “fratino” ad un percettore di reddito di cittadinanza e questo diventa, miracolosamente, un garante delle norme! Per stare in mezzo alla strada, per contingentare gli ingressi ai parchi o alle spiagge, per accompagnare la vecchina a fare la spesa se non hai, tanto per fare un esempio, nozioni di pronto soccorso è una responsabilità grossa quella che ti assumi. Confesso, mi fanno pena questi 60mila assistenti civici in cerca d’autore».
Dica la verità Russo, voi poliziotti vi sentite figli di un dio minore?
«Noi siamo l’ultimo anello della catena. Chi doveva far rispettare il rispetto dei vari e spesso poco chiari Dpcm? Chi doveva fermare le famiglie per strada o gli sportivi nei prati? Chi ha fatto volare in cielo i droni per individuare l’irresponsabile di turno?».
Molti di voi si sono lamentati di dover andare in strada con mascherine e guanti usati più e più volte…
«Guardi, ieri, come sindacato abbiamo donato delle mascherine all’ospedale di Anzio e Nettuno. Qualche giorno fa abbiamo regalato delle mascherine ai colleghi delle volanti. Tutto con i soldi dei nostri associati. Se un poliziotto si tassa per comperare le mascherine ad un altro poliziotto, beh, io una domanda, se fossi a palazzo Chigi me la farei. Forse c’è qualcosa che non va».
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