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Salvini ai sindaci disobbedienti: non rispettate il Capo dello Stato che ha firmato la legge



Mentre Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista con il loro messaggio anti-casta contro i privilegi vengono bersagliati sui social per la pista da sci da dove parlano, che fa un po' "Vacanze di Natale" o un po' "Last Christmas", versione casereccia della festa tra amici ritrovati, Matteo Salvini fa il bis da Bormio, versione "italiano normale". Sorridenti e con aria vacanziera i capi pentastellati; rilassato ma anche un po' affaticato Salvini, in maglietta come un "papà che ha accompagnato la piccola in sala giochi" alla quale deve sottrarre 20 minuti per la diretta Facebook. Insomma, come un padre normale che però è anche ministro dell'Interno e vicepremier.


L'occasione gliela danno i sindaci di sinistra Leoluca Orlando (Palermo) e Luigi De Magistris (Napoli) che disobbediranno al decreto Sicurezza. Salvini anche rimarcando la sua "normalità" coglie la palla al balzo per ribadire che a lui il discorso di Sergio Mattarella "è piaciuto molto". E ricorda a Orlando e De Magistris che così non rispettano neppure il capo dello Stato che quella legge l'ha firmata. E, la parola "rispetto", al centro del discorso di Mattarella a Capodanno, rimbalza più volte nella diretta del capo leghista che la coniuga con la sicurezza. Declina in chiave leghista il binomio di Mattarella: non c'è sicurezza senza rispetto. E ricorda: il rispetto "dei confini"; la necessità che chi arriva in Italia "bussi alla porta e dica per favore..."; il rispetto per "quegli immigrati regolari che stanno qui, lavorano, pagano le tasse". Che, annuncia Salvini, "mi stanno seguendo anche ora su Facebook" (alcuni li chiama anche per nome ndr). Ecco, sottolinea, "i sindaci di sinistra mancano di rispetto anche a loro". Sembra togliersi alcuni sassolini dalle scarpe contro "quei giornali" che a suo dire non avrebbero riferito cose esatte. E qui sembra riferirsi all'interpretazione data da alcuni dei principi giornali, secondo i quali le osservazioni critiche del capo dello Stato avrebbero visto in lui, il vicepremier e capo leghista, il destinatario principale.


il sindaco di Palermo Leoluca Orlando

Salvini per tutta risposta, sulla scia della consolidata tradizione della Lega di lotta ma anche di governo, tanto più ora che del governo è diventata il dominus, replica con durezza "buonista", anche se il solo termine alla Lega fa venire l'orticaria. E dice: "Orlando e De Magistris facessero... con le loro genialate". Lui non manderà loro - dice sorridendo certo le forze dell'ordine. Ma ricorda ai due sindaci e a Orlando in particolare che in quella legge ci dono anche misure contro la mafia. E qui sì fa serio. È un discorso tutto all'attacco della sinistra. Forza Italia, che sull'immigrazione è in sintonia con lui, non la nomina stavolta per criticarla come aveva fatto sulla manovra, ma sembra invece lanciare ora un' Opa sul Pd. Il ministro dell'Interno ricorda infatti che un signore "mi ha stretto la mano e mi ha detto: vai avanti, io ho votato Pd ma per l'ultima volta. Sono un esodato della legge Fornero". E i nomi di vari cantautori amati dalla sinistra come "Vasco, Guccini..." vengono citati nella sua diretta bis da Bormio. Dove non c'è una parola sui tagli ai privilegi della casta, ovvero agli stipendi dei parlamentari di cui Di Maio e Di Battista hanno fatto il loro vessillo su una pista da sci. Salvini, in sintonia con quanto aveva già replicato e cioè che gli interessano di più "le cose concrete", parla di taglio di tasse, di estensione della flat tax e dell' approvazione della legge sulla legittima difesa. Lo fa da Bormio, da quel Nord che ha incominciato a manifestare qualche insofferenza. Anche dai diversi set dei messaggi dei due contraenti di governo per questo ultimo scorcio di pausa natalizia si capisce che la ripresa, tanto più ormai in piena campagna elettorale per le Europee ("Un' occasione che si presenta ogni 100 anni per ridar linfa al sogno dell'Europa dei popoli", dice Salvini declinando il suo sovranismo in chiave europeista) non sarà facilissima in casa giallo-verde. Forse le elezioni di maggio da noi saranno più decisive per gli assetti del governo italiano che della stessa Europa. E quella pista da sci di Moena allora sarà uno sbiadito e ridente ricordo da "Last Christmas".


di Paola Sacchi

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