Che brutto tempo che fa su Fabio Fazio. Lo strapagato conduttore della Rai, probabilmente, da qui a un mese non saprà che pesci prendere. Inutile l’acquario dal quale comodamente fa parlare quelli che gli stanno più a cuore. La nuova Rai targata gialloverde è chiaro che non lo stima. I segnali della scure che si abbatte su Fazio Flop sono andati via via aumentando. Prima le critiche di Luigi di Maio. Ora le parole dure dell’altro viceministro, Matteo Salvini: «Ho fatto due conti, a spanne senza invidia o gelosia: Fabio Fazio probabilmente guadagna in un mese quello che il ministro guadagna in un anno. Ma non farei mai cambio per nulla al mondo. Faccio il mestiere più bello del mondo, sono felice del sostegno che ottengo. Non mi interessano i quattrini, né gli show in tv, ma pretendo rispetto». Insomma, se ultimamente le due anime dell’esecutivo hanno avuto qualche divergenza su migranti e reddito di cittadinanza, dimostrano una forte unione su una questione calda per la Rai, il carrozzone sempre più pieno di debiti che però si permette di mantenere un super contratto milionario con Fazio, il quale, dal canto suo, dimostra pure di non meritarli questi milioni, visti gli ascolti flop del suo programma “Che tempo che fa”. A viale Mazzini il caso Fazio è stato sempre un caso, ma il conduttore “sinistro”, finora, è stato intoccabile. Nonostante le critiche, l’azienda stessa l’ha difeso a spada tratta, in un valzer con il quale il cerchio magico di Fazio ha portato i dirigenti a giustificare il super contratto in tempi di crisi come una risorsa. Ma sì, indebitiamoci pure, tanto Fabio sarà in grado di portare nuovi investimenti e pubblicità, lo dimostreranno gli ascolti, ha sostenuto la rete di protezione del conduttore. Peccato, invece, che i dati registrati dall’Auditel si siano rivelati un flop, visto che sono sempre stati sotto la media di Rete. A dicembre scorso Di Maio aveva già affrontato la questione e sottolineato che «c’è un piano della precedente governance valido fino a marzo, ma è un tema che va affrontato e fa parte delle sensibilità che abbiamo trasmesso al management. Il nostro obiettivo è che le retribuzioni vengano assegnate e pagate senza un’ingegneria legata a società di produzione esterne». E qui un ulteriore siluro per Fabio Flop, non solo reo di usare il programma come vetrina per gli amici percependo così un compenso lordo di 2 milioni e 240mila euro l’anno, ma “responsabile” di aver messo in atto un sistema di scatole cinesi con cui spillare soldi alla te pubblica. Fazio, infatti, detiene il 50 per cento della società Officina Srl, un’azienda esterna che lavora al format del conduttore, il quale, tra compenso personale e commesse, scuce così alla Rai ben 18 milioni di euro l’anno. E, dopo Di Maio, pure Salvini ora ha fatto i conti. Si prevede che i conti veri si faranno presto in Vigilanza, dove il caso Fazio dovrebbe approdare entro marzo.
di Rita Cavallaro
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