Direttamente dal palco dell'assemblea di Confesercenti Matteo Salvini ha dato ieri il via alla rivoluzione fiscale contenuta nel programma "gialloverde". Provvedimenti attivi già da fine 2018, come promesso dunque e occhi puntati su flat tax e smantellamento della legge Fornero, con subito la quota 100, oltre al progressivo stop all'Imu per gli immobili sfitti e cedolare secca anche per gli affitti commerciali.
Ma il Ministro degli Interni non si è fermato a quanto stabilito dall'accordo coi colleghi pentastellati, arrivando a proferire che "per me non ci dovrebbe essere nessun limite alla spesa in contante: ognuno è libero di pagare come vuole e quanto vuole", gettandosi nel sanguinoso dibattito attorno al cash, convinto che l'abbattimento della soglia massima di libera circolazione delle banconote porterebbe nell'immediato un maggior flusso di denaro e scuoterebbe quindi dalla stasi ristagnante degli ultimi anni la nostra economia.
Per quanto concerne la flat tax, il leader leghista ha assicurato che prenderà il via già da quest'anno, con un ritocco a ribasso dell'aliquota fissa per le imprese, oggi al 24%, e con una cristallizzazione dell'Iva per il 2019 che, assicura, "non aumenterà ulteriormente", facendo dunque eco a quanto già promesso giorni fa da Di Maio.
Novità in arrivo anche per l'attuazione della cedolare secca per gli immobili commerciali, che dovrebbe garantire un regime fiscale più elastico per i redditi derivati dalla locazione di immobili, che non costringerà così a versare le imposte di bollo e di registro.
"Non in un quarto d'ora, ma nel giro di pochi mesi" preannuncia poi Salvini l'abolizione dell'Imu per gli immobili sfitti, "una follia", prosegue il vice premier, riferendosi all'ormai storica battaglia di proprietari e negozianti contro una tassa ingiusta e vessatoria.
Altro tema caro alla platea che ha assistito al discorso, quello legato alla legge Fornero. "Subito quota 100 e obiettivo finale 41 anni di contribuzione" le parole con cui il capo del Viminale ha riscosso applausi e consensi.
Infine, rispondendo al tema tanto caro a stampa e opposizione, ha rassicurato sulle coperture della riforma fiscale che l'esecutivo si appresta a portare avanti, precisando che "attraverso maggiori margini di manovra sui conti pubblici, ridiscutendo le regole europee e da un po' di giustizia sul fronte fiscale i fondi verranno trovati". Il vicepremier ha usato proprio questa formula per parlare della "pace fiscale" tra contribuenti e l'ex Equitalia che permetterà di sanare i contenziosi aperti con aliquote agevolate, rigettando la definizione di condono.
Ultimo appunto è stato riservato alla lotta contro l'evasione e la corruzione, tema di assoluta attualità dopo lo scandalo "Stadio" che ha coinvolto esponenti di industria e politica. "Un paese più semplice, ha detto Salvini, sarà un paese meno corrotto perché sarà più facile far valere i propri diritti".
Sul tema dell'abbattimento del limite al contante, è intervenuto in mattinata, sulle frequenze di Rtl 102,5, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio che, per la prima volta dalla nascita dell'esecutivo, è andato in direzione opposta al collega leghista e ha voluto precisare che "nel contratto non c’è, anzi, c’è da lavorare su altri fronti come per esempio eliminare i costi per i commercianti nei pagamenti con bancomat". Nessun dietrofront o scontro in vista, solamente una precisazione, quasi a voler ribadire che quel "secondo me" con cui Salvini ha proferito la frase, circuisse il discorso a nulla più che un parere personale.
Parere, si ritiene, che potrebbe però portare a benefici tangibili, con una circolazione immediata e più fluida del denaro, senza che il blocco, ora vigente, a 3000 euro massimi di spesa cash, influisca sulle compravendite dei cittadini e stimoli il ritorno a quell'economia libera tanto auspicato.
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