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SANREMO 2023


di Michele Lo Foco

Semel in anno licet insanire, sembra un’affermazione adatta al Festival di San Remo,

ma se ci mettiamo a ragionare sulla frase “servizio pubblico” il festival è una follia

che contagia tutti i dirigenti della televisione statale, quasi tutti i giornalisti, e

soprattutto il povero pubblico, costretto, non si può dire diversamente, a

partecipare ad un delirio esibizionistico che non ha nulla a che fare con la musica.

Una sequela di orrori, inanellati da un marziano di nome Amadeus, sui quali la

società spende parole, scuse, interpretazioni: Blanko è un pazzo, era drogato, era

d’accordo col presentatore? La Ferragni era nuda, sembrava nuda, voleva essere

nuda, se non è nuda che ci sta a fare? Elodie non canta più si espone, ed il povero

Morandi, sempre più basso costretto a mettere il suo sigillo sulla manifestazione,

così non manca nulla!

E poi Fedez, che insulta Bignami e la Rocella come se fosse un intellettuale

accreditato e non un uomo tatuato e ininfluente.

Il direttore Coletta, che ha trasformato la Rai nel gay pride, gongola per gli ascolti, e

non si rende conto che aver strumentalizzato il povero Presidente della Repubblica,

costretto a sogghignare alle insulse parole di Benigni, di cui vorremmo sapere il

compenso, non è un pregio ma un delitto perpetrato ai danni di un popolo ormai

lessato dalla mancanza di cultura.

Non c’entrano nulla i soldi, è un argomento vecchio e strumentale, e lo share non

serve a confermare l’amministratore delegato, anch’egli costretto a subire questo

delirio di cretinerie: se nella prossima puntata o nel prossimo festival dieci avvocati

si calassero le mutande in diretta, il successo sarebbe assicurato, altro che quelle

tettine minuscole disegnate sulle tettine minuscole della donna che ha insegnato a

tutte le donne come si guadagna senza fare nulla.

Questo S. Remo prosegue nella linea già tracciata nel 2010, nel 2015, nel 2016, e lo

share aumenta parallelamente alla idiozia propinata agli spettatori.

Per fornire una prova di quanto dico allego tre articoli che scrissi in merito in quegli

anni, ed aggiungo, per la prima volta, devo dare tutta la ragione che merita a Salvini,

unico a contestare contenitore e contenuto in modo chiaro e semplice.





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