di Michele Lo Foco
Semel in anno licet insanire, sembra un’affermazione adatta al Festival di San Remo,
ma se ci mettiamo a ragionare sulla frase “servizio pubblico” il festival è una follia
che contagia tutti i dirigenti della televisione statale, quasi tutti i giornalisti, e
soprattutto il povero pubblico, costretto, non si può dire diversamente, a
partecipare ad un delirio esibizionistico che non ha nulla a che fare con la musica.
Una sequela di orrori, inanellati da un marziano di nome Amadeus, sui quali la
società spende parole, scuse, interpretazioni: Blanko è un pazzo, era drogato, era
d’accordo col presentatore? La Ferragni era nuda, sembrava nuda, voleva essere
nuda, se non è nuda che ci sta a fare? Elodie non canta più si espone, ed il povero
Morandi, sempre più basso costretto a mettere il suo sigillo sulla manifestazione,
così non manca nulla!
E poi Fedez, che insulta Bignami e la Rocella come se fosse un intellettuale
accreditato e non un uomo tatuato e ininfluente.
Il direttore Coletta, che ha trasformato la Rai nel gay pride, gongola per gli ascolti, e
non si rende conto che aver strumentalizzato il povero Presidente della Repubblica,
costretto a sogghignare alle insulse parole di Benigni, di cui vorremmo sapere il
compenso, non è un pregio ma un delitto perpetrato ai danni di un popolo ormai
lessato dalla mancanza di cultura.
Non c’entrano nulla i soldi, è un argomento vecchio e strumentale, e lo share non
serve a confermare l’amministratore delegato, anch’egli costretto a subire questo
delirio di cretinerie: se nella prossima puntata o nel prossimo festival dieci avvocati
si calassero le mutande in diretta, il successo sarebbe assicurato, altro che quelle
tettine minuscole disegnate sulle tettine minuscole della donna che ha insegnato a
tutte le donne come si guadagna senza fare nulla.
Questo S. Remo prosegue nella linea già tracciata nel 2010, nel 2015, nel 2016, e lo
share aumenta parallelamente alla idiozia propinata agli spettatori.
Per fornire una prova di quanto dico allego tre articoli che scrissi in merito in quegli
anni, ed aggiungo, per la prima volta, devo dare tutta la ragione che merita a Salvini,
unico a contestare contenitore e contenuto in modo chiaro e semplice.
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