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Scontro tra Trump e la Merkel in vista del vertice Nato



Per la prima volta un summit dei capi di Stato e di governo della Nato viene ospitato nel nuovo quartier generale dell'Alleanza, inaugurato un anno fa dal presidente Usa Donald Trump. The Donald, a poche ore dall'inizio del summit, dopo giorni di polemiche a distanza con gli alleati europei accusati di non fare abbastanza per le spese relative alla difesa, ha duramente attaccato Angela Merkel accusando la Germania di essere "prigioniera" della Russia e dipendente da Mosca sul fronte energetico. I due leader durante la consueta passeggiata dei capi di Stato prima del vertice si sono completamente ignorati pur avendo un bilaterale in agenda a margine dei lavori del summit. Trump successivamente incontrerà anche il presidente francese Emmanuel Macron.

Il premier italiano Giuseppe Conte appena giunto a Bruxelles, nel suo primo vertice Nato, ribadisce che la sua partecipazione è «per confermare la fedeltà all'Alleanza Atlantica» e per chiedere che venga rafforzato il fronte sud. «È interesse dell'Italia rafforzare il fronte sud, e in questa prospettiva l'Hub di Napoli è un passaggio molto importante», ha affermato il presidente del Consiglio. Conte si è poi soffermato sulla paura per l'Italia delle «minacce sul fronte Sud per quanto riguarda il terrorismo, sono minacce molto significative». E «anche dalla stessa immigrazione potrebbero arrivare pericoli di foreign fighters». Insomma, il vertice ha come obiettivo la presa d'atto dei passi fatti per l'allargamento a Est dell'alleanza, ma anche per ribadire l'interesse dell'Italia e degli italiani a rafforzare il fronte Sud dell'alleanza.

Non si fa attendere l'appello all'unità dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, che già ieri aveva provato a rassicurare Washington precisando che l'impegno economico degli alleati è in crescita e aumenterà ancora. «Esistono delle differenze su diversi temi», ma «siamo tutti d'accordo sul fatto che esiste un'intesa sui fondamenti della nostra alleanza» e sulla necessità di incrementare le spese per la difesa, ha detto. Le differenze ci sono, ha ribadito Stoltenberg, ma «sul tema del burden sharing siamo tutti d'accordo: chi spende meno del 2% del Pil deve spendere di più, tutti gli alleati devono incrementare la loro spesa. Malgrado le distanze mi aspetto un accordo sui fondamenti, ovvero sul fatto che siamo più forti insieme».

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