La paura più grande dell’uomo moderno è da sempre il sapere che il nostro pianeta dispone di limitate risorse naturali essenziali per la nostra vita. La risorsa più importante? L’ossido di idrogeno comunemente chiamata acqua. Fin dalle prime esplorazioni del cosmo, via via utilizzando soluzioni tecniche sempre più raffinate, uno degli obiettivi primari è stata la ricerca di questo prezioso liquido puntando, ovviamente, gli occhi sui pianeti, o satelliti, più vicini a noi. Da oggi, alla domanda se esista acqua ad una distanza ragionevole dalla Terra, abbiamo una risposta certa: si, su Marte. Lo hanno rivelato gli echi scandagli della calotta polare sede del pianeta rosso. Ebbene si, acqua liquida in abbondanza è stato l’esito della ricerca. È stato segnato un importante punto di svolta nella nostra esplorazione del pianeta perché ora siamo ottimisti sulla sua futura abitabilità da parte della nostra specie e non solo.
L’acqua, rilevata dallo strumento Marsis (Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding) a bordo della sonda spaziale Mars Express dell’Agenzia Spaziale Europea, si trova a un chilometro e mezzo sotto il ghiaccio, ha la forma di un lago di venti chilometri e si trova sotto le gelide pianure del Planum Australe.
La profondità del lago è impossibile da determinare usando il radar, che restituisce echi dal confine tra la roccia e il fondo della calotta polare, il che significa che potrebbe essere profondo come il Lago Vostok sulla Terra, oppure essere uno strato fangoso con solo un metro di spessore.
Affinché l’acqua rimanga liquida sotto il ghiaccio freddo a bassa temperatura e pressione, deve essere una salamoia satura di sali di perclorato che ne abbassano il punto di congelamento. Il perclorato, che altro non è che un tipo particolare di sale, scoperto per la prima volta sul pianeta rosso nel 2008 dal lander della Nasa Phoenix, è molto diffuso su Marte.
La natura dell’acqua sotterranea, tuttavia, solleva un dilemma, ovvero, è idonea per la vita. Gli scienziati planetari si sono imbarcati in una ricerca per trovare acqua liquida sul pianeta rosso, perché la nostra esistenza non può precludere l’acqua. Noi siamo composti di acqua al 60/70 per cento. Precedenti rivendicazioni di prove per l’acqua liquida, sotto forma di cambiamenti di calanchi e strisce scure chiamate linee pendenti, attribuite a flussi di acqua salmastra, erano risultate essere causate da valanghe di neve asciutta. Questa nuova scoperta suggerisce che c’era sempre stata acqua liquida su Marte, avevamo solamente cercato nel posto sbagliato.
Tuttavia, la presenza di acqua allo stato liquido nella regione polare sud di Marte, non significa necessariamente che questa sia abitabile. Parte del problema è che non sappiamo quanto sia fredda. Sulla Terra, l'estremofilo più amante del freddo conosciuto è il Synechococcus lividus, che prospera a temperature di -20 gradi. Un'altra vita ha adattato i modi di sopravvivere, ma non prosperare, anche a temperature più fredde. Tuttavia, a seconda di quanto sia salmastra, l'acqua può potenzialmente rimanere liquida fino a -70 gradi Celsius (-94 gradi Fahrenheit). Rimane quindi una questione aperta: è abbastanza calda per la vita? Forse gli estremofili marziani sono ancora più resistenti delle loro controparti terrestri.
Il lago Planum Australe potrebbe non essere l’unico corpo idrico sotterraneo su Marte, ma MARSIS è limitato dalla sua risoluzione spaziale, che impedirebbe di trovare corpi d'acqua più piccoli di questo. Un altro problema è che Sharad, lo strumento Shallow Radar del Mars Reconnaissance Orbiter della Nasa, opera ad una frequenza più elevata, progettata per studiare il ghiaccio sulla superficie. Gli impulsi radar ad alta frequenza non sono in grado, quindi, di penetrare abbastanza in profondità per rilevare il confine tra il ghiaccio e il liquido sotto la calotta polare, e quindi Sharad non è stato in grado di rilevare questo lago.
Si prevede che anche le missioni future attualmente in fase di progettazione dispongano di sistemi di rilevamento radar ad alta frequenza. Roberto Orosei, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica in Italia, che ha guidato la ricerca pubblicata sulla rivista Science, ripone le sue speranze sulla prossima missione cinese su Marte, sul Mars Global Remote Sensing Orbiter, Lander e Small Rover, che avrà a bordo un esperimento di suono radar che opererà a frequenze tra i 5 MHz di Marsis e i 20 MHz di Sharad.
Il lago marziano subglaciale ricorda anche la sfida di perforare il ghiaccio per raggiungere l’acqua liquida per poi campionarla, il che ci riporta ai progetti di perforazione dei laghi subglaciali terrestri come appunto il Lago di Vostok, o piani di missione per raggiungere una delle lune di Giove, Europa, o la luna di Saturno, Encelado, per poi trivellarle al fine di campionare gli oceani nascosti sotto le loro calotte ghiacciate. Il lago polare di Marte, quindi, potrebbe rappresentare il banco di prova perfetto per missioni ancora più ambiziose verso il Sistema Solare esterno.
Andrea Nido
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