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Immagine del redattoreEdoardo Sirignano

Sgarbi: «Chiamerò Salvini, Palamara il miglior candidato alle suppletive per il centrodestra»




Vittorio Sgarbi presenta una lista a sostegno di Palamara, che a suo parere, sarebbe il miglior candidato per il centrodestra a Roma nel collegio lasciato vacante dai 5 Stelle.


Si vocifera di una riunione di intellettuali, organizzata da Sgarbi, a sostegno di Palamara...


«Non ho convocato alcuna riunione. Ho un incontro con lui il 23 agosto perché consegniamo il premio Efebo, mentre nello stesso pomeriggio presenteremo il libro di Bassetti, dove ci saranno anche il sottosegretario Sileri e a Giorgio Agamben. Ho sentito, quindi, Palamara e ho chiesto anche a lui di parlare in quell'occasione del suo tanto lavoro. Faremo una tavola di autori. Nel frattempo, però, gli ho dato anche l’indicazione che la lista Rinascimento vorrebbe avviare una raccolta firme per presentarsi al suo fianco, considerando che per le suppletive si possono presentare più compagini. Sarà, quindi, una doppia opportunità perché avremo sia la possibilità sia di parlare del "Sistema", ma anche della campagna elettorale».


Ha fatto bene Palamara a non scegliere ancora un partito?


«So che il centrodestra è rimasto incuriosito dalla sua candidatura. Anche in solitaria, comunque, non abbiamo intenzione di tirarci indietro e presenteremo una compagine per supportarlo»


Il centrodestra farebbe bene a ritrovarsi su un profilo che riesce ad andare oltre i tradizionali schieramenti?


«Ci avevo pensato da tempo. A parte le perplessità di Gasparri, che non mi sembra siano insuperabili, tale candidatura potrebbe essere accettata tranquillamente da tutta la coalizione. Per tale ragione, questa sera ne parlerò con Salvini, così come con gli altri amici del centrodestra. Si tratta di una candidatura fortemente provocatoria. Al momento, inoltre, non penso ci sono profili migliori da spendere e soprattutto che possano unire come Palamara, essendo tutti i partiti del centrodestra compatti sulla necessità di cambiare la giustizia. Si tratta di una battaglia che va certamente oltre i colori politici».


Di Edoardo Sirignano

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