Titty Astarita è una calciatrice che milita nella squadra di calcio femminile dilettantistica AfroNapoli.
È il capitano della squadra ed è una ragazza da sempre impegnata nel sociale, soprattutto in campagne antirazziste.
La Astarita si è candidata alle comunali di Marano, in provincia di Napoli, sostenendo il sindaco Rosario Pezzella con la Lega. Questo è il motivo per il quale è stata messa fuori rosa dal suo team.
Il presidente dell’AfroNapoli Antonio Gargiulo ha motivato così la sua scelta: «Abbiamo sempre contestato l’operato del ministro Salvini, che chiude i porti e fa morire la gente a mare, che fa arrestare il sindaco di Riace e vuole deportare gli immigrati. Quindi non abbiamo avuto alcun dubbio sulla nostra scelta, è la ragazza che deve fare chiarezza, non noi. Lei può fare ciò che vuole ma non giocare nella nostra squadra. Questa esclusione non è razzismo al contrario. Se noi siamo anti-Salvini come possiamo pensare che un nostro tesserato che lo sostiene giochi con l’AfroNapoli? Non stiamo stroncando la carriera a nessuno. La ragazza è libera di andare a giocare altrove».
Il segnale delle compagne di squadra della Astarita però non ha tardato ad arrivare forte e chiaro. Le ragazze hanno scelto di non giocare la partita di domenica contro la Dream Team, stringendosi intorno al loro capitano e chiedendo al presidente di fare un passo indietro. «Il suo è un atto discriminatorio. Siamo con il nostro capitano» hanno dichiarato, «e all’unanimità abbiamo deciso di non giocare domenica. Questa decisione è dovuta al grave episodio di discriminazione nei confronti del capitano Concetta Astarita esclusa dalla squadra per motivi politici. Lo sport dovrebbe essere apartitico e apolitico. La squadra esprime solidarietà al proprio capitano».
Titty Astarita ha lanciato un appello ai vertici della società affinché questa situazione possa essere risolta in modo positivo, specificando che la politica non ha niente a che vedere con lo sport. La calciatrice ha spiegato: «Visto che la società sposa un progetto politico diverso dal mio, ha deciso di mettermi fuori squadra qualora io non ritirassi la mia candidatura. Ho ricevuto la solidarietà di tutta la mia squadra, che ha deciso di non scendere in campo. Mi appello alla società e agli organi competenti affinché questa situazione si possa risolvere. Il calcio deve restare fuori dalla politica, deve essere solo divertimento».
Una storia che ha dell’incredibile e che dimostra come, in alcuni casi, per difendere i propri ideali si finisca per tradire i valori tanto decantatati.
È legittimo che il presidente Gargiulo non condivida le idee politiche di Matteo Salvini, questa è la democrazia, ma escludendo una sua giocatrice solo perché sostiene la Lega è lui a mettere in atto un atteggiamento poco democratico.
Di Giacomo Meingati
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