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Si fa la storia in Vaticano: le Guardie svizzere cambiano casa, al via i lavori per le nuove caserme


La Guardia svizzera pontificia cambia casa. 43 milioni di euro, una cifra non proprio esigua, che a molti appare addirittura proibitiva, per la nuova sistemazione dell’ “esercito” del Papa. È stato, infatti, approvato il piano da parte delle autorità del Vaticano che prevede la costruzione di due nuove caserme. «Gli ecclesiastici non amano prendere rischi sul piano finanziario. Bisogna dunque avere il denaro prima di lanciarsi», con queste parole, riportate dal quotidiano La Liberté, parte cauto Jean-Pierre Roth, banchiere svizzero tra i finanziatori dell’operazione, che è sostenuta da una fondazione apposita, nata nel 2016, che da due anni si occupa di collezionare il denaro necessario per far partire i lavori.

Da tempo era in progetto l’ampliamento degli spazi destinati ai militari elvetici, fedelmente al servizio del Papa dal lontano 1506, e alle loro famiglie in visita, specie in vista dell’ampliamento dell’organico della Guardia, con l’ingresso previsto di nuove reclute, che porterebbero il corpo di stanza a Roma da centodieci unità a centotrentacinque. Una grande operazione che prevede l’abbattimento nel territorio vaticano, di ben tre edifici, logorati dall’umidità centenaria e mai restaurati, due dell’800 e uno dei primi anni del ‘900, andando a liberare, quindi, una superficie lavorabile di quattordici mila metri quadri per circa cinquanta mila metri cubi di volume. Come specifica anche Il Giornale, il progetto è affidato ad una società ticinese, la Durisch+Nolli, che si occupa di architettura. «Non abbiamo indetto un concorso per carenza di mezzi finanziari», continua Roth, «L’abbiamo scelta perché ha esperienza nella ristrutturazione di edifici religiosi».

I lavori andranno avanti per almeno 4 anni e si prevede un utilizzo delle nuove caserme a partire dal 2024.


E.R.

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