Governo corregga Legge "Salvamare" e sblocchi impianti di desalinizzazione
“Anziché discutere di quante docce facciamo al giorno, per combattere la scarsità di acqua l’Italia deve eliminare gli insensati ostacoli alla costruzione di impianti di desalinizzazione dell’acqua marina”. Lo dichiara Piercamillo Falasca, coordinatore nazionale del nuovo movimento L’Italia C’è.
“Nel mondo - prosegue Falasca - la desalinizzazione dell’acqua per fornire acqua dolce ad agricoltura, industria e usi civili procede a passi da gigante, peraltro con una costante riduzione dell’energia necessaria per produrla. Ma in Italia la desalinizzazione di acqua marina copre solo lo 0,1% del nostro fabbisogno e ora abbiamo reso pressoché impossibile la realizzazione di nuovi impianti, con una legge pubblicata in Gazzetta Ufficiale pochi giorni fa”.
Secondo il coordinatore de L’Italia C’è, “la cosiddetta Legge salvamare " (la legge n. 60 del 17 maggio 2022) permette infatti la costruzione di dissalatori solo in casi così eccezionali da risultare impossibili e la condiziona a un iter autorizzativo che difficilmente potrebbe essere percorso in meno di 5 anni. Intendiamoci - continua - nessuno mette in discussione la necessità di realizzare impian
ti nel massimo rispetto degli equilibri ambientali degli ecosistemi marini, soprattutto per quanto riguarda lo smaltimento dei residui della dissalazione. Ma è insensato che nel 2022, durante la terza siccità italiana in 10 anni e dopo l’evoluzione compiuta dalla desalinizzazione, in primis in Israele, si guardi ancora a questa tecnologia con sospetto. Non viviamo più negli Anni Novanta - conclude Falasca - il mondo cambia ma il nostro Paese guarda spesso alle grandi questioni ambientali con lo specchietto retrovisore. Urge una immediata correzione della legge da parte del governo: l’Italia può e deve porsi all’avanguardia della tecnologia della desalinizzazione, con modalità efficienti e sostenibili.
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