Mariarosaria Rossi, senatrice di Europeisti-Maie-Centro Democratico, già del Pdl e di Forza Italia
“Più delle minacce sui social, mi hanno ferito i giornalisti che in tv hanno detto l’esatto contrario”
“Non sono entrata nel gruppo Misto per non ritrovarmi accanto a quelli che hanno voluto Berlusconi fuori dal Parlamento”
“Resterò a fianco dei democratici, dei moderati, dei liberali e degli europeisti. In un centro che guarda a destra. Casa mia”
Senatrice Rossi, l’avevo lasciata a Forza Italia. Ora la ritrovo in un gruppo composito. Libera, fiera, serena. Pentita della scelta?
Il 19 gennaio ho accolto l’appello al senso di responsabilità del Presidente della Repubblica Mattarella e ho scelto di votare la fiducia al governo Conte. Convinta come ero, e come resto tutt’ora, che il voto anticipato sarebbe stato, e sarebbe, una iattura per un Paese travolto dalla pandemia e da una crisi economica e sociale senza precedenti. Ho aderito al gruppo Europeisti-Maie-Centro Democratico solo perché non potevo scegliere il gruppo Misto e ritrovarmi seduta a fianco di alcuni colleghi, fra cui Pietro Grasso, che reputo responsabili della fuoriuscita dal Parlamento del Presidente Silvio Berlusconi. Una presa di posizione grave e imperdonabile, che ha escluso Berlusconi dal Parlamento, ma non, ovviamente, dalla storia, politica e umana, del nostro Paese.
È ancora affezionata a Silvio Berlusconi?
Affezionata è un termine riduttivo. Io provo per Silvio Berlusconi un sentimento di stima, di amicizia, di rispetto e di gratitudine.
Si è mai sentita contiana?
Contiana assolutamente no. Ho solo avvertito, in quel determinato momento il dovere morale di dire sì a quella maggioranza e quindi anche al suo Presidente del Consiglio. Così come ho detto sì a questa maggioranza. Oggi le forze politiche, che siedono sui banchi del Parlamento, hanno l’obbligo di stare insieme. Non è il tempo di pensare alla destra e alla sinistra o ai colori, azzurro o rosso, giallo o verde. Non è il tempo della maggioranza e dell’opposizione. È il tempo di stringerci tutti insieme intorno a un’unica bandiera, quella del tricolore, e di cercare, tutti insieme, di dare risposte, certezze, garanzie e stabilità a un Paese, che versa in una situazione disastrosa. Uscire dall’incubo intensificando la campagna di vaccinazioni e produrre noi i vaccini. Far ripartire l’Italia senza lasciare nessuno indietro. Sono compiti e responsabilità straordinari, che richiedono una straordinaria unità di intenti.
Le piace il Governo Draghi? Non pensa che rappresenti la bancarotta della politica?
La politica ha dovuto attendere l’avvento di Mario Draghi per mettersi d’accordo. È il governo di tutti, con l’unica eccezione, peraltro dichiaratamente responsabile, di Giorgia Meloni e dei suoi Fratelli d’Italia.
Ogni volta che una donna lascia Forza Italia viene regolarmente attaccata con gossip e offese sessiste. E’ accaduto a lei. E prima di lei, a Laura Ravetto e a Renata Polverini. Non trova che siano aggressioni inaccettabili? Si è sentita sola e indifesa?
Le critiche le accetto e le guardo sempre con attenzione perché dalle critiche molte volte c’è da imparare. Le offese e le umiliazioni sono cose che non dovrebbero sussistere, ma che non mi colpiscono né stupiscono. Parliamo e abusiamo della parola parità. È purtroppo qualcosa che non esiste. La donna è ancora il sesso fragile, più esposta e più facile da attaccare. Per quanto mi riguarda, le offese sono state di gran lunga inferiori alle dimostrazioni di stima e di affetto che ho ricevuto, specie nel privato. Da parte di colleghe e colleghi, di amici e anche di persone sconosciute. Una valanga inaspettata che ha sommerso le ingiurie e che mi dato tanta forza e tanto coraggio. Le contumelie e le umiliazioni sono state opera più che altro dei fan di alcuni partiti, in particolare del centrodestra. Dalla mia parte si sono, invece, schierate le associazioni di categoria, ristoratori e agricoltori ad esempio, che si sentono, in questa fase drammatica, le più colpite e anche le più abbandonate. Andare al voto anticipato sarebbe stato il colpo di grazia a ogni loro speranza.
Sì, però sui social mi è capitato di leggere di tutto…
Sono molto preoccupata per quello che viene scritto sui social. Non ci sono freni inibitori. Non ci sono limiti. Mi preoccupo per le nuove generazioni. Mi preoccupo per mio figlio che ha 22 anni e sta troppo sui social.
Che cosa farà da grande Mariarosaria Rossi?
Da grande vorrei non sprecare e non rendere vano quello che nella vita ho imparato. A 23 anni ho cominciato a fare l’imprenditrice, in un’azienda piccola, successivamente diventata grande. Poi sono approdata nel mondo della politica, dove ho avuto il più grande maestro che nella vita si possa incontrare e per sempre gli sarò grata. Io vorrei mettere a frutto tutto quello che in ventisette anni ho imparato, prima da imprenditrice e poi da politica. Una grande ricchezza che utilizzerò restando nella mia casa, abitata da quel popolo di moderati che siamo noi italiani. Una casa che sta al centro. Un centro democratico, moderato, liberale, europeista. Che guarda più a destra che a sinistra. Casa mia.
Anche con Silvio Berlusconi?
Non torno in Forza Italia, se è quello che mi sta chiedendo. Per mia scelta e anche per scelta della dirigenza attuale. Non c’è un motivo perché io torni in Forza Italia. A Forza Italia ho dato il mio contributo per tanti anni. Sono stata una militante. Sono stata una consigliera. Sono stata una deputata. Sono stata una senatrice. Sono stata un’amministratrice. Sono stata una dirigente. Mi sono sempre sentita utile. Oggi non ero, non sono più utile. Credo di poterlo tornare a essere al di fuori di Forza Italia, rimanendo sempre e comunque nel centrodestra.
Tornare a lavorare con Berlusconi, al di fuori di Forza Italia, è un’eventualità che esclude?
Con Berlusconi non lavoro più dal 2016.
Che cosa l’ha più fatta arrabbiare dal giorno della sua uscita da Forza Italia?
Più degli insulti sui social e delle minacce di morte indirizzate a me e alla mia famiglia, sommersi da un torrente di affetto, stima e solidarietà, mi hanno ferito e indignato alcuni suoi colleghi giornalisti, che hanno detto su di me in tv non la verità, ma il suo esatto contrario. Mi hanno ferito e indignato più delle ingiurie sessiste e delle minacce dei ragazzi dei social, dei fan del pregiudizio. Di quelli che si sentono autorizzati a insultarti e a minacciarti perché avresti tradito. Io non ho tradito la mia storia, il mio mandato e i miei sogni. Nella vita sono stata tradita, ma non ho tradito. E vorrei non farlo mai.
di Antonello Sette
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