Senatrice Simona Malpezzi, Giorgia Meloni va all’attacco senza mezze misure. Il Governo, dice, è in frantumi, visto che non riesce a garantire il numero legale in aula neppure quando sono all’ordine del giorno le misure sul contenimento dell’emergenza Covid. Lei, come Sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento, che cosa risponde?
«L’onorevole Meloni e tutti i rappresentanti dell’opposizione dovrebbero sapere che quando sono stati emanati i regolamenti parlamentari, nessuno aveva previsto che vi sarebbe stata una pandemia mondiale che avrebbe messo a rischio la funzionalità del Parlamento. Negli ultimi giorni c’è stata un’emergenza legata al consistente numero di deputati in isolamento fiduciario per essere venuti a contatto con dei positivi al Covid. Da qui il mancato numero legale. Ma già il giorno successivo, modificato, come era giusto, il regolamento, il numero legale è stato regolarmente raggiunto e la Camera ha potuto legittimamente deliberare. E con una maggioranza solida. Polemiche, dunque, inutili e pretestuose. Piuttosto mi domanderei come mai, mentre si votavano risoluzioni inerenti la tutela della salute pubblica, molti parlamentari dell’opposizione hanno preferito non essere in aula».
Il governo continua ad essere accusato di comprimere libertà fondamentali a colpi di Dpcm. E’ un’accusa infondata?
«Qui si falsifica la verità. Sono polemiche da respingere con decisione al mittente. Molto rumore per nulla. Il Governo è stato, come sempre, trasparente. Il Consiglio dei Ministri, convocato per adottare le nuove misure di contenimento, era previsto per martedì ed è stato poi spostato a mercoledì proprio per attendere, come era doveroso, il pronunciamento della Camera sulle risoluzioni. Il Parlamento, dunque, è stato pienamente coinvolto per discutere la proroga delle misure di protezione. Perché di questo stiamo parlando: misure per tutelare la salute degli italiani».
C’è stata una polemica, poi rientrata, fra il Viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri e il Comitato Tecnico Scientifico. Nella replica a Sileri il Cts ribadisce la propria natura di organo consultivo. Non le pare che i pareri del Cts siano qualche volta apparsi come atti vincolanti e inderogabili?
«Non è assolutamente vero. Il Governo si è sempre, e sottolineo sempre, assunto la responsabilità politica delle proprie decisioni. Ha ascoltato il Cts, ha tenuto in debita considerazione i pareri degli scienziati che avevano una autorevole valenza tecnica, ma poi ha deliberato ogni volta in piena autonomia. La politica, ha avuto sempre, come è giusto, l’ultima parola».
Vi accusano di pensare più alle mascherine che ai posti di lavoro e a una crisi economica che peraltro è sotto gli occhi di tutti?
«Noi pensiamo alle mascherine, fondamentali per preservare la salute degli italiani, ma anche alle difficoltà del lavoro e dell’economia, un motore inceppato da rimettere in moto. Però deve essere chiaro a tutti che le cose vanno tenute insieme perché se perdiamo il controllo dell’epidemia compromettiamo la ripresa. Tenere separate salute pubblica e rilancio dell’economia è profondamente sbagliato.
Siamo l’unico Paese d’Europa che ha stabilito la gratuità delle mascherine per gli studenti e per tutto il personale del mondo della scuola. E, pur assistendo a un incremento dei contagi, registriamo una situazione che è molto meno tragica che altrove. Non ci siamo, però, limitati alle mascherine e alle altre misure di contenimento della pandemia. Ricordo che, dall’inizio dell’emergenza, abbiamo stanziato 100 miliardi. Prima per salvare i redditi, a partire da quelli delle migliaia di famiglie che si sono trovate improvvisamente senza mezzi di sostentamento. E dopo, per far ripartire l’economia. Credo che gli italiani abbiano capito e apprezzato i nostri sforzi e anche il nostro coraggio proprio in ragione della drammaticità della situazione in cui ci siamo trovati ad operare. Una contingenza senza precedenti. Il risultato dell’ultima tornata elettorale, per tanti versi imprevisto, ha premiato il nostro lavoro. Non abbiamo vacillato, neppure quando sembrava che avessimo tutti contro».
Il Governo e la maggioranza sono uniti o lei avverte qualche scricchiolio pre-elettorale?
«Dalla mia visuale che è legata alla incarico che ricopro vedo un Governo ed anche una maggioranza coesi e uniti nonostante si tratti di quattro forze politiche diverse tra loro. Ma stiamo collaborando, mettendo sempre al centro l’interesse del Paese. Non vedo ostacoli. Possiamo continuare a lavorare, forti della spinta e dell’entusiasmo che ci dà il crescente consenso dei cittadini».
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