Italia in Comune, la formazione politica fondata dal sindaco di Parma Federico Pizzarotti, denominata anche "il partito dei sindaci" per la particolare natura della sua composizione, ha annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa la scelta di lasciare l'alleanza con i Verdi, in vista delle elezioni Europee di maggio, in favore di un'alleanza con il partito diretto da Benedetto Della Vedova, +Europa. Presente, in qualità di deputato della Camera e di coordinatore regionale per l'Emilia Romagna di Italia in Comune, anche Serse Soverini, eletto parlamentare in quota Area Civica, che ha sposato il progetto di Pizzarotti ad ottobre del 2018. In esclusiva per Spraynews.it ha risposto alle nostre domande.
Serse Soverini, dove nasce l'idea di un connubio con +Europa in vista delle elezioni Europee?
«L'idea risale a qualche mese fa ed è legata principalmente ai buoni rapporti che ci legano con gli esponenti di +Europa e alla convergenza di alcuni punti in comune a livello di programma. Già l'anno scorso c'erano state delle avvisaglie, concretizzatesi principalmente nell'ultimo mese, soprattutto in Parlamento, dove con i parlamentari di +Europa Magi, Tabacci e Fusacchia, abbiamo sviluppato l'ultimo miglio, quello decisivo ai fini dell'accordo elettorale»
Il divorzio dai Verdi è legato alla soglia di sbarramento del 4%, che difficilmente sarebbe stata raggiunta?
«Con i Verdi abbiamo condiviso un percorso che prevedeva la ricerca di un'unione di intenti sul piano programmatico, senza mai nascondere la nostra volontà di allargare il fronte dell'alleanza anche a diverse esperienze. Abbiamo sottoposto ai nostri iscritti la scelta se proseguire nell'alleanza ecologista o passare a quella con +Europa e circa il 70% ha virato per questa decisione. Tra i Verdi e +Europa vi sono incompatibilità di ordine ideologico nell'affrontare determinati aspetti del programma. Anche +Europa è ambientalista, ma non con una pregiudiziale di carattere ideologico tipicamente riconducibile ai Verdi»
Quale ricetta metterete in campo per contrastare il fronte populista/sovranista, dato per vincitore in partenza?
«Parlando con gli esponenti di +Europa abbiamo proposto politiche che diano molta forza e risalto alla cittadinanza attiva. L'unica risposta ai populismi oggi è agire sul campo, che significa far avvertire la nostra presenza nelle periferie, nei confronti dei disoccupati, di chi non percepisce un reddito, dei più deboli in generale. Particolare attenzione anche ai giovani, soprattutto a quelli che abbandonano gli studi e a a chi, più in generale, si sente tagliato fuori e avverte isolamento sociale. La nostra sfida deve essere basata sulla qualità delle politiche e credo che questo sia il campo su cui la politica si misurerà negli anni a venire. La giustizia sociale resta uno dei temi che maggiormente ci preme sostenere e crediamo che il connubio con +Europa possa permetterci di portare la questione anche in sede europea per far sì che tutte le problematiche di cui ho parlato possano trovare soluzioni già a partire dalle istituzioni europee»
Salvini ha ceduto nel concedere la cittadinanza ai bambini egiziani protagonisti dell'episodio di San Donato Milanese: quale è il vostro pensiero sulla vicenda e più in generale sullo Ius soli?
«Mi sembra una vicenda un po' grottesca: mi spiego meglio, se si vuole concedere la cittadinanza sulla base di meriti non si può trasformare la questione in una sorta di lotteria. Non possiamo di certo aspettare che le persone si trovino nel posto giusto al momento giusto, o nella fattispecie nel posto sfortunato, per concedere loro la cittadinanza italiana. Non si può richiedere atti di eroismo a chi ancora aspetta. Sono molte le persone che lavorano in Italia e tutti i giorni, silenziosamente, compiono atti di eroismo: negli ospedali, per la strada, nei campi. Troviamo un metodo che riconosca il merito di chi opera in favore di questo Paese e lo si faccia partecipe della comunità»
In merito al congelamento per sei mesi dell'operazione Sophia, senza però la presenza di navi che pattuglino il Mediterraneo, che direzione ha intrapreso l'Ue?
«Da parte italiana (che detiene il comando dell'operazione, ndr) è un segnale di continuità che non mi lascia sorpreso e che conferma la posizione del governo a tal proposito. La nostra posizione a riguardo della questione migratoria resta immutata: occorre trovare e aprire canali legittimi che consentano gli spostamenti delle persone dal continente africano. Servono rapporti bilaterali che permettano un'immigrazione sicura e soprattutto una posizione chiara da parte dell'Europa rispetto a quanto accade e sta accadendo in Libia, non possiamo semplicemente voltare la testa. Non vedo sforzi da parte di questo governo in tal senso, né in Italia né nell' "aiutarli a casa loro", secondo lo slogan più volte sentito. Non riescono ad aiutare gli italiani, non mi capacito di come possano farlo all'estero»
Che idea si è fatto di queste prime battute del Pd sotto la guida di Nicola Zingaretti?
«Zingaretti è in primis una persona per bene che ha operato molto nel territorio e che ha capito che la posizione autonoma e autosufficiente del Pd è stato un tragico errore della precedente gestione. Non posso che auguragli il meglio e se riuscirà a creare un fronte allargato per mezzo di nuove alleanze sarà solo che una nota positiva per il dibattito democratico del Paese».
di Alessandro Leproux
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