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Sputato, ingiuriato e postato sul web per una difficoltà nel linguaggio, il caso di un 17enne romano


Sputi, ore chiuso in bagno, ingiurie, botte in testa solo per una difficoltà nel linguaggio. E’ la storia di un diciassettenne, che frequenta l’istituto tecnico industriale Don Orione di Roma e che purtroppo ogni giorno è vittima di bullismo, tanto da portare la famiglia a denunciare il tutto alla Procura. E’ la storia raccontataci da Barbara Gamberini, candidata al XIV municipio di Roma per Fratelli d’Italia e da sempre in campo per le battaglie a favore di chi ha problemi.


Quando sono iniziati i maltrattamenti?


«Sin dalle scuole elementari, a causa della sua disabilità comportamentale nel linguaggio e nella comprensione, mio nipote è stato vittima di attacchi ingiustificati da parte dei compagni di scuola. Questa situazione, purtroppo, si protratta fino alle scuole medie ed è esplosa alle superiori, quando ha iniziato a frequentare il Don Orione».


Cosa ha subito in questo istituto?


«E’ stato preso in giro, ha subito qualsiasi tipo di dispetto, gli hanno sputato, gli hanno tirato le cose mentre era seduto al banco, è stato isolato, perfino chiuso in bagno per ore. Si è trovato di fronte a situazioni davvero brutte che non auguro a nessuno».


Quando la famiglia ha scoperto tutto ciò come ha agito?


«Si è rivolta alla preside, che ha cercato di aiutarlo, inserendo un assistente di sostegno in classe. Non è bastato neanche tale azione a risolvere il problema, considerando che gli stessi bulli che lo maltrattavano in aula lo aspettavano davanti all’entrata della scuola per prenderlo in giro, dargli botte in testa».


Il ragazzo è ancora vittima dei bulli?


«La situazione si è attenuata soltanto con una denuncia. Mia cognata, la mamma del ragazzo, ha dovuto fare un esposto quando i responsabili di tali azioni, che sono stati individuati da chi di dovere, gli hanno fatto dei video e li avevano postati, generando problemi per il ragazzo, che trattenendo la sofferenza, purtroppo l’ha somatizzata».


Il problema adesso, quindi, è risolto?


«Diciamo che sembra essersi calmata la situazione. Mio nipote ora sta facendo il tirocinio in un’officina meccanica, dove ha trovato delle persone adulte che gli vogliono bene e almeno questa distrazione in un certo senso gli fa dimenticare, almeno per poche ore, quanto è costretto a subire semplicemente per avere la formazione necessaria a realizzare il suo sogno, ovvero quello di specializzarsi nella meccanica. Detto ciò, viviamo sempre la paura che possa accadere qualsiasi cosa, considerando che continua ad andare all’istituto Don Orione e vi andrà fino a quando non raggiungerà l’anno prossimo la maggiore età e terminerà quindi il suo ciclo di studi».


A cosa si riferisce quando parla di paura?


«Amo i miei nipoti, come i miei figli. E’ una sofferenza che viviamo purtroppo ogni giorno. Non si è mai sereni. Una semplice passeggiata del ragazzo con gli amici o un gelato in comitiva diventa motivo di apprensione. E’ una sorte di terrore».


Quale messaggio si sente di lanciare a chi vive lo stesso dramma di suo nipote?


«Stiamo parlando di un fenomeno sempre più diffuso. Ci sono sempre più persone emarginate. Si fa troppo presto a prendere in giro chi ha problemi, dimenticando però che si rovina la vita a una persona».


E’ candidata in una municipalità della capitale. Questa storia ha cambiato qualcosa pure nella sua campagna elettorale?


«Sono in campo proprio per dar voce a chi troppo spesso viene emarginato o dimenticato. Lavoro da oltre quindici anni per una società che si occupa del trasporto dei diversamente abili, che adesso ho il piacere di coordinare. Seguo, pertanto, attentamente queste storie oltre a quelle avute in casa, avendo avuto un ex marito affetto da sclerosi multipla. So cosa significa vivere ogni un giorno un problema. Spesso si tende a distinguere tra varie disabilità, ma posso dire che questa è unica e va affrontata con la normalità. Ritengo sia l’unica strada per aiutare chi soffre».


A suo parere oggi quanto si è fatto a riguardo?


«Pochissimo. Troppe sono le chiacchiere, gli slogan per prendere i voti e pochi i fatti. A parte qualche eccezione, c’è ancora tanto da fare. Ecco perché da persona che conosce questi problemi, vorrei semplicemente dare un contributo».


Di Edoardo Sirignano


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