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Stalking, la nuova sentenza della Cassazione


Le Sezioni Unite della Cassazione, a scioglimento del contrasto Giurisprudenziale sul tema, hanno oggi enunciato il principio di Diritto in base al quale il delitto di stalking non può essere contestato laddove sia già stata applicata, in caso di omicidio, l'aggravante specifica degli atti persecutori. La questione era stata sollevata già nei scorsi mesi innanzi alla V Sezione della Corte di Cassazione, la quale in accoglimento dei motivi di ricorso formulati dall'avvocato Pasquale Cardillo Cupo aveva rimesso la questione innanzi alle Sezioni Unite, condividendo le perplessità del difensore che riteneva il reato di stalking assorbito nella contestata aggravante. Innanzi alle Sezioni Unite il Procuratore Generale presso la Suprema Corte chiedeva rigettarsi il ricorso poiché andava affermato il principio della piena compatibilità tra le due ipotesi, atteso che era stato il Legislatore a volere un trattamento sanzionatorio più duro per l'autore del reato di stalking. Gli avvocati Cardillo Cupo, Aricò e Cincioni hanno invece insistito affinché a prevalere fosse la tesi dell'assorbimento, anche per evitare un trattamento sanzionatorio che sarebbe divenuto contrastante con i principi costituzionali in termini di pena e di proporzionalità, anche rispetto ad altre figure delittuose. In tarda serata il pronunciamento delle Sezioni Unite che hanno così enunciato il principio di diritto.

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