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Stop a musei gratis la domenica, il ministro Bonisoli: «Solo spot, turisti ci prendono per pazzi»



La cultura per tutti probabilmente non interessa ai pentastellati. E l'ultima del ministro Alberto Bonisoli la dice lunga sulla strada che si vuole percorrere sui musei. Da un lato una mannaia per gli amanti dell'arte, che potevano visitare gratuitamente le bellezze italiane, dall'altro un provvedimento che porterà sicuramente buoni introiti nelle casse dello Stato.


Dal 5 agosto torna infatti la consueta domenica gratuita nelle aree archeologiche statali.

Un’opportunità grandiosa per godere della nostra identità, ripercorrere la strada del ritorno alla nostra arte, a noi stessi. Ormai dall’estate del 2014, l’iniziativa ha visto la partecipazione in tutte le sue edizioni di oltre dieci milioni di visitatori nei soli musei statali. Il decreto Franceschini stabilisce che ogni prima domenica del mese non si paga il biglietto per visitare monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali dello Stato. Oltre 480 tra siti archeologici e monumenti in tutto il Paese sono pronti ad accogliere liberamente cittadini e turisti per una giornata dedicata alla scoperta del patrimonio culturale nazionale. I numeri sono ottimi e confermano la bontà di una visione espansiva dei nostri orizzonti commerciali e turistici. Ma si vuole andare oltre, offrendo un servizio ancor più carismatico sulla strada della cultura come fonte di ricchezza non solo dell’anima, ma anche del portafoglio di Stato. A settembre, infatti, il Mibac valuterà «una gestione più flessibile dell’iniziativa, con maggiore autonomia per i singoli direttori che avranno a disposizione un pacchetto di giornate gratuite (numericamente simile a quanto avviene oggi, ndr)» da gestire con maggiore discrezionalità da parte dei vertici museali. Insomma, i direttori dei musei potrebbero avere maggiore indipendenza, una rinnovata autonomia gestionale, sempre nell’indirizzo e nelle volontà del Decreto Franceschini. Una svolta non da poco, che potrebbe portare ad aumentare le giornate gratuite da trascorrere in compagnia del nostro inestimabile patrimonio artistico e culturale, ma non solo. Questo è uno dei segnali emersi nel corso dell’incontro tra il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, e i direttori di prima fascia del Mibac che si è tenuto la settimana scorsa. Un vertice in cui si è trattato anche di assunzioni e degli istituti di cultura presenti nei territori periferici. Il nuovo ministro del governo gialloverde, negli scorsi giorni, davanti alle commissioni Cultura di Camera e Senato, aveva spiegato: «Le domeniche gratuite rimarranno ad agosto e a settembre, a ottobre non lo so e da novembre vedremo. Sono un evento che ha aiutato a richiamare l’attenzione sui musei, sono aumentati i turisti, prendiamole come punto di partenza». Il ministro ha invitato a una «riflessione sul nuovo modo di intendere l’attrattività. La domenica gratuita andava bene nel momento in cui dovevamo vendere il prodotto museale e i dati ce lo dimostrano. Non tutti i musei sono uguali. Si potrebbe lavorare su orari diversi, su giornate diverse. Se vogliamo che diventi strutturale, qualcosa che rappresenta il motore per la crescita, dobbiamo diventare diversificati».

Poi il colpo di scena. A Napoli, nel corso della visita alla Biblioteca nazionale, il numero uno dei Beni Culturali ha annunciato la marcia indietro: «Dopo l’estate elimineremo le domenica gratuite nei musei. Le domeniche gratis andavano bene come lancio pubblicitario, ma se continuiamo così, a mio avviso andiamo in una direzione che non piace a nessuno. Per l’estate non cambia nulla, ma poi le cose cambieranno. Lascerò maggiore libertà ai direttori, se vogliono mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, ma quando obbligo a farla non va bene». Insomma, abbiamo aperto i musei ma ora chi vuole ammirare quelle bellezze deve tornare a pagare. Una visione opinabile, certo, ma che nella visione globale della cultura ha certamente un senso, visto che in qualsiasi paese del mondo i turisti pagano per vedere qualsiasi cosa. Addirittura per entrare nei grattacieli. E Roma che possiede i tesori più belli apre a chiunque, gratis. Ha infatti aggiunto il ministro: «Penso ad esempio a Pompei: chi ci va a novembre? Magari la prima o tutte le domeniche di quel mese si può aprire gratis perché non c’è tanta gente. Il problema è quando si viene costretti dal Ministero ad aprire la prima domenica di agosto, con migliaia di turisti stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis». Bonisoli ha anche sottolineato che «se uno pensa di pagare una cosa e improvvisamente diventa gratis sembra un po’ una fregatura: portare avanti questo progetto ben oltre il periodo per cui era stato pensato non va bene».

La replica dell'ex ministro Franceschini non si è fatta attendere. «Perché smettere, ministro Bonisoli? Ci ripensi. Le cose giuste e che funzionano non hanno colore politico. Non faccia pagare un desiderio di discontinuità politica alla cultura e agli italiani» ha scritto l'esponente del Pd su Facebook. «Le domeniche gratuite non sono una cosa che riguarda me ma un fatto culturale e sociale che ha coinvolto circa 10 milioni di persone dall’estate del 2014 ad oggi, centinaia di migliaia da sud a nord ogni volta, gran parte delle quali è andata in un museo per la prima volta nella vita portandoci i figli o i nipoti, gran parte dei quali ha provato la gioia di poterlo fare senza gravare su un bilancio familiare difficile e pieno di cose da sacrificare».


E. R.

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