Il Canada scopre la ‘ndrangheta. Per la prima volta i giudici stranieri hanno condannato a 11 anni di carcere un calabrese (e a 9 un coindagato romeno, ndr) non solo per traffico internazionale di droga ma precisando – ed è questa la novità – che l’imputato “Giuseppe Ursino è un elemento di vertice della ‘ndrangheta in Canada”. Sembra una differenza da poco ma nella storia giudiziaria della nazione nordamericana quelle parole contano parecchio. Fanno giurisprudenza.
La lezione del Ros
La sentenza porta la data del 28 febbraio, resa nota dai carabinieri del Raggruppamento operativo speciale. Infatti, in aula è andato un militare del Ros a spiegare cos’è la ‘ndrangheta, che mondo è quello della criminalità organizzata calabrese, strutturato in locali presenti in Italia e all’estero (come Svizzera, Germania, Stati Uniti d’America, Australia) e con a capo un boss approvato dal Crimine (o Provincia) in Calabria.
Incastrato da un agente infiltrato
Dalle carte è venuto fuori che un agente della polizia canadese era infiltrato nel sodalizio criminale. “Ci sono conversazioni registrate tra Giuseppe Ursino e un agente – è spiegato dalla Corte - dove i due hanno discusso vari schemi per importare la cocaina”: l’importazione in Canada di circa 100 chili di droga occultata in un container trasportato da una nave proveniente dal Centro America (Costa Rica).
La difesa: “Sono marito e nonno affettuoso"
Il calabrese ha cercato di difendersi riepilogando la sua storia: “Sessantasei anni, di Roccella Jonica, sul versante ionico della Calabria. Trasferitosi a Toronto (Canada) quando era maggiorenne. Sposato da 40 anni, incensurato, descritto dai suoi familiari come ‘un buon cuore’, marito premuroso, gentile, padre e nonno”. I giudici hanno aggiunto dell’altro: “Dal 1992 al 2002 Ursino ha posseduto un’attività di distribuzione di prodotti alimentari ai ristoranti e ai banchetti. Da due anni è in pensione. Dice di essere sostenuto dal suo assegno di vecchiaia e dai membri della famiglia. Ursino ha negato di avere conoscenze di prima mano e di essere coinvolto nei crimini” cui si è fatto riferimento. “Nega – ha proseguito la sentenza - di aver ricevuto alcun beneficio finanziario correlato alle accuse. Il suo consulente ha depositato materiale relativo a problemi”.
Le inchieste italiane
Sono parecchi anni che magistrati e forze dell’ordine italiani hanno ampiamente dimostrato che tentacoli della piovra calabrese hanno raggiunto anche il Canada. Negli ultimi tempi due inchieste di sono concentrate nel continente americano: paese: la “New Bridge” per gli Stati Uniti, la “Ontario” per il Canada. Chissà ora cosa cambierà.
di Fabio Di Chio
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