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Sui rifiuti a Napoli di nuovo scintille tra Di Maio e Salvini



Nel governo si apre un altro fronte di scontro tra M5Stelle e Lega. Il tema è quello sensibile dei rifiuti a Napoli, un argomento che sta particolarmente a cuore a Di Maio dal momento che la Campania è uno dei suoi maggiori “azionisti” come bacino di consensi. A far fuoco alle polveri è stato il responsabile del Viminale, Matteo Salvini che arrivando a Napoli, ha ribadito che «Servirebbe un termovalorizzatore per ogni provincia». Un chiaro messaggio mandato all’indirizzo del collega di governo, con toni anche perentori. «Non dovrei doverli imporre, so che sono decisioni che coinvolgono i sindaci, ma se c'è di mezzo la salute dei bimbi e c'è incoscienza da parte delle istituzioni locali, si può anche imporli. Se si trovano le localizzazioni bene, altrimenti le troviamo noi», ha detto parlando come se fosse espressione della volontà di tutto il governo.


Tant’è che Di Maio è intervenuto a stretto giro per mettere in chiaro che quella è la posizione di Salvini e per niente condivisa dai 5Stelle. Il vicepremier ha richiamato alla memoria la questione della Terra dei Fuochi: «Un disastro legato ai rifiuti industriali (provenienti da tutta Italia) non a quelli domestici». Per concludere con toni altrettanto espliciti che «Gli inceneritori non c'entrano una beneamata ceppa e tra l'altro non sono nel contratto di governo», dove, anzi, è prevista «la chiusura degli inceneritori e non di farne di nuovi». Per Salvini, però, quel contratto dice altro. Inoltre, insiste il ministro dell'Interno, non va sottovalutato il rischio di infiltrazioni camorriste. «Con i “no” non si va da nessuna parte, ha affermato rispolverando un'accusa mossa spesso ai 5 Stelle, questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no. E i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra?».


A gettare altra benzina sulla polemica, è stato anche il presidente della Camera Roberto Fico. «La parola “inceneritore” non dovrebbe essere più utilizzata perché rappresenta una tecnologia obsoleta e dannosa. Meno che mai quindi di cinque inceneritori in Campania, uno per provincia». E richiama le battaglie a difesa della natura. Si è fatto sentire anche il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che parla di «Fallimento quando arriva l'inceneritore». C’è chi vede in questo braccio di ferro, una schermaglia che ha un obiettivo più vasto; ovvero la manovra economica sulla quale si misureranno, al termine del passaggio parlamentare, il rapporto di forza tra Lega e 5Stelle.

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