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Superbonus 110, Andrea BRIGO (Cne): “delusi dal governo. Meloni riveda la sua posizione”

Credo che la scelta di bloccare le cessioni e lo sconto in fattura del superbonus 110 e gli altri bonus minori senza alcun preavviso sia una modalità d’intervento sbagliata, applicata senza alcun preavviso o negoziazione con le parti sociali e le associazioni datoriali che genera un grave danno a tutto il settore. Siamo davvero delusi. Ci auguriamo che Forza Italia e Lega prendano le distanze da una decisione che penalizza le imprese, i cittadini, specie il ceto piû debole che non potranno usufruire di alcun incentivo e l’intero Paese. Gli imprenditori, le società d’ingegneria, gli studi professionali che avevano in corso forti investimenti, ed erano già provati dal blocco delle cessione dei crediti da parte delle banche, sono ora colpiti da un provvedimento che per risolvere il panico che ha colpito il MEF a seguito dell’interpretazione EUROSTAT e dell'ISTAT sull’impatto degli incentivi sul debito pubblico, chiede e ottiene un provvedimento d’urgenza senza un adeguato periodo di transizione necessario ad adeguare le organizzazioni e gli investimenti in corso, non considerando che lo stesso Governo solo 2 mesi fa, era già intervenuto per ridurre gli incentivi del Superbonus senza alcun accenno alla possibilità di ridurre o togliere la possibilità di cedere i crediti e di eliminare lo sconto in fattura che di fatto ha consentito all’intero settore di risollevarsi da una crisi senza fine per poi ripiombare nel buio profondo. Ci sono decine di migliaia di imprese serie che nel totale rispetto delle regole hanno ben operato ora a danno compiuto di convocano le parti sociali? Dopo? Spiace che la Meloni abbia dato il suo consenso per un provvedimento mal impostato che per l'ennesima volta richiederà un aggiustamento importante nella conversione in legge, il paese e il settore già provato non si puó permettere una tale improvvisazione.


Proporremo modifiche nella conversione del decreto in Legge, facendo appello sulla sensibilità e lungimiranza di quei politici della maggioranza e dell’opposizione che hanno a cuore questa parte produttiva del paese, chiedendo solo 5 specifiche modifiche:


1) lo spostamento della data di applicazione del blocco delle cessioni e dello sconto in fattura per consentire alle attività già pianificate di applicare lo sconto in fattura e la cessione del credito


2) una deroga applicativa della cancellazione del blocco delle cessioni e della possibilità di applicare lo sconto in fattura per gli incapienti per consentire alle le classi sociali meno abbienti e più deboli di poter continuare ad usufruire degli incentivi fiscali per riqualificare le proprie abitazioni ed i propri condomini (ATER in primis)


3) di allungare a 10 anni il tempo di ammortamento del Superbonus (come è attualmente previsto per i bonus minori) per consentire alle famiglie che possono compensare autonomamente gli incentivi fiscali di effettuare ugualmente gli investimenti senza cessione dei crediti e sconto in fattura supportando gli investimenti con dei finanziamenti agevolati da far erogare alle banche per la realizzazione delle opere (condomini e villette) evitando speculazioni finanziarie


4) rendere gli incentivi strutturali garantendo stabilità per 10 anni delle entità e nelle regole, nella misura che il MEF ritiene compatibile con la sostenibilità dei conti dello stato


5)infine per smaltire i cassetti fiscali giacenti nelle aziende, stabilito finalmente il criterio di diligenza dei controlli da parte dei cessionari per evitare i sequestri, serve ampliare la capacità fiscale delle banche aprendo ai privati per almeno per i crediti accumulati fino alla pubblicazione della legge, nelle modalità proposte dall’ABI come indicato e proposto più volte da ANCE”.

Così dichiara in una nota Andrea Brigo, vice Presidente di Cne, associazione che coinvolge circa 300 imprese che fatturano quasi 2 miliardi di euro in Italia e che danno lavoro a migliaia di dipendenti.

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