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Suppletive, Santoro: «Palamara ha tutte le carte in regola per diventare Guardasigilli»


Donato Santoro, accademico del diritto e avvocato penalista del foro di Roma, in un’intervista a Spraynews, confida nella vittoria di Palamara per cambiare la giustizia, nonché lo ritiene l’alternativa ai nomi calati dall’alto dai partiti.


Palamara si candida nel collegio romano lasciato libero dai 5 Stelle. Condivide tale decisione?


«Ritengo debba fare il ministro della Giustizia. Sono certo che le suppletive sono solo di un punto di partenza. L’elezione di Palamara rappresenterebbe un segnale importante per una riforma della giustizia di cui il Paese ha profondamente bisogno».


Che risultato si aspetta?


«Prenderà sicuramente più di 30mila voti. Il suo è un consenso che parte dal basso. Chi sceglie Palamara non è indirizzato da un partito, ma compie una scelta per cambiare le cose. Ritengo, quindi, che possa arrivare davanti al centrodestra e al centrosinistra».


La coalizione conservatrice ha commesso un errore a non sostenerlo e scegliere invece un candidato indicato da Fi come Pasquale Calzetta?


«Ha commesso un grave errore. Le persone non hanno compreso questa decisione. Ancora una volta è apparsa la volontà degli apparati di imporsi. La gente, però, è stanca delle indicazioni calate dall’alto e proprio per questo non mi sorprende se alla fine possa ritrovarsi su chi non è stato sponsorizzato da nessuno, ma semplicemente da una sua battaglia per una tematica molto sentita da tutti».


Perché dovrebbe dare questa svolta?


«E’ l’unica persona che conosce bene determinati meccanismi e logiche e quindi è l’unico che in un certo senso sa come agire e dove mettere le mani. La sua competenza e l’aver vissuto da protagonista un determinato mondo, lo agevolano nel favorire quel cambiamento, che tutti auspicano, ma che si ha non poca difficoltà ad attuare».


Serve, quindi, riformare ancora la giustizia?


«Assolutamente! Rispetto al passato, è stato fatto qualche passo in avanti, ma è troppo poco. Fino a quando non si supererà il correntismo, denunciato da Palamara e si effettueranno dei radicali mutamenti vedo molto difficile che possano cambiare realmente le cose».


Chi non l’ha candidato, pertanto, ha sprecato un’opportunità?


«Palamara può essere uno stimolo per avviare quella riflessione, fermatasi con la pandemia. Il Covid ha fatto in modo che determinati argomenti, pur essendo molto importanti, siano stati messi da parte. Come sappiamo tutti, però, per quanto riguarda la giustizia non c’è tempo da perdere».


I 5 Stelle, non avendo presentato un candidato nel collegio di Primavalle, potrebbero ritrovarsi più su esponente che proviene dalla società civile che dal nome indicato dal Pd?


«Ritengo che molti elettori del Movimento, nel segreto dell’urna, voteranno Palamara. Gli stessi simpatizzanti del sindaco Raggi, alla fine, dovendo scegliere opteranno su un nome lontano dalle alleanze di palazzo, ma per un profilo, che nei fatti sta facendo una campagna per la gente e tra la gente».


Di Edoardo Sirignano

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