Federico Tedeschini, tra i maggiori avvocati amministrativisti italiani, nonché esperto conoscitore della politica, in un’intervista a Spraynews, spiega come il non essere sostenuto dai partiti possa far sperare Palamara di vincere le prossime elezioni suppletive. Per quanto riguarda le amministrative, invece, ipotizza un ballottaggio tra il sindaco uscente Raggi e il candidato del centrodestra Michetti.
Da esperto conoscitore delle dinamiche politiche del Paese, è favorevole alla discesa in campo di Palamara?
«Mi è sembrata un’ottima idea candidarsi. La sua come altre candidature dimostrano come ormai quelle provenienti dal sistema dei partiti stiano praticamente tramontando. Adesso sempre di più si guarda alla persona, meno alla forza politica di appartenenza. In questa competizione, a mio parere, accadrà quanto si è verificato in altri paesi di democrazia avanzata come gli Stati Uniti, dove sono i candidati che fanno i partiti e non viceversa. Si pensi ai casi di Obama prima e di Trump dopo. Dal punto di vista delle dinamiche, pur tenendo conto dell’assoluta diversità dei personaggi, seguono gli stessi percorsi. In Inghilterra è accaduta lo stesso con Johnson che ha trasformato la forza conservatrice e non l’ha subita».
Quando parla di candidature senza partito che in Italia prendono piede, a chi si riferisce? Ci può fare qualche esempio?
«Mi riferisco all’ipotesi di Bertolaso che sembra candidarsi insieme a Calenda oppure a ciò che è avvenuto a Milano, dove il sindaco uscente Sala, originariamente candidato del Pd, non si è più ritrovato con il suo partito e ha scelto un altro percorso. E’ un fenomeno in crescita, da studiare e certamente da approfondire».
Tenendo conto di tutto ciò, è stata vincente la scelta dell’ex togato di non farsi mettere cappelli?
«E’ troppo presto per dirlo. Lo vedremo il 3 ottobre, ma confido che Palamara possa farcela».
Le meraviglia che parte del centrodestra, soprattutto Forza Italia, non abbia
voluto la candidatura dell’ex togato?
«Forza Italia, oltre quello che dice qualche sondaggio spot, è un partito che si avvia all’estinzione».
Nel collegio di Primavalle, i grandi assenti sono i 5 Stelle, che pur avendo avuto un importante successo nella precedente tornata elettorale, questa volta non sono riusciti neanche a presentare una lista…
«E’ la fotocopia di quanto detto in precedenza. Siccome i pentastellati non si sono accordati su una figura eminente, hanno preferito non candidare qualcuno che avrebbe collezionato una sconfitta, che poi avrebbe potuto avere anche una risonanza superiore rispetto al dato del singolo seggio. E’ stata una mossa molto intelligente».
A Roma si vota per le amministrative. Chi andrà al ballottaggio?
«In contrasto con tutte le previsioni che sento, immagino un ballottaggio Michetti-Raggi, dove a spuntarla è il primo».
A suo parere, invece, può esserci, al secondo turno, il tanto discusso accordo tra Pd e M5s?
«L’unico patto potrebbe esserci tra Gualtieri e Calenda. Sulla stessa intesa tra Letta e Conte, a livello nazionale, sono molto scettico. Non vedo tanta convinzione da entrambe le parti, ma piuttosto la considero una strategia per attirare l’attenzione dei media».
Di Edoardo Sirignano
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