Non far pagare per un anno la tassa relativa al suolo pubblico e agevolare le attività che intendono mettere tavolini all’esterno. E’ la proposta presentata ai sindaci di tutta Italia da Ramiro Recine, fondatore di uno dei bar più importanti del centro storico ravennate, ovvero la storica “Caffetteria Ramiro”, tutt’ora tra i locali più amati dai residenti e dai turisti nella città di Dante.
«Un aspetto positivo della pandemia, sia per Ravenna, ma penso per tutte le altre città d’Italia – spiega - è che si è trovato il modo di ovviare all’impossibilità di consumare all’interno, aumentando il numero di tavoli che si potevano mettere all’esterno. Ci siamo resi conto che questa scelta, soprattutto nelle strade del nostro centro storico, non solo ha portato miglioramenti per la fruibilità di tutte le attività, ma anche un altissimo gradimento da parte dei consumatori, sia cittadini che turisti»
La proposta di Ramiro Recine, pertanto, è molto semplice: non cambiare nulla rispetto a quanto sta accadendo negli ultimi mesi. «A questo punto ci è sorto il dubbio che passata l’emergenza, non si debba tornare all’ordinamento vecchio. Vorremmo lasciare tutto come adesso perché le strade sono belle, vivaci, si riempiono di gente e di visitatori, in particolare nei borghi, dove si apprezza di più la possibilità di poter stare fuori, a maggiore nel caso di una piccola bomboniera come Ravenna. Le attività così allargate, inoltre, contribuiscono a tener lontano il degrado urbano e a mantenere puliti gli spazi pubblici. Ogni esercente, infatti, ha interesse a curare la parte di suolo in cui ha i tavolini».
Altra idea, poi, è non far pagare per un anno la cosiddetta tassa per il suolo pubblico: «Visto che si parla tanto di ristori e si viene da un anno particolarmente duro, considerando il poco lavoro dei pubblici esercizi, i Comuni potrebbero fare un anno bianco dal punto di vista del plateatico. Non sono cifre enormi, ma sarebbe un segnale di vicinanza alle imprese».
Di Edoardo Sirignano
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