La Procura ha consegnato l’avviso di chiusura indagine: i calciatori Calaiò e Ceravolo dovranno rispondere di tentato illecito per Spezia-Parma, per il club scatta invece la responsabilità oggetiva.
Potrebbe non trattarsi di favola a buon fine per il Parma, che in pochi anni è riuscita a (ri)scalare le gerarchie del nostro calcio tornando in Serie A una volta ripartita direttamente dai dilettanti. La società sarà deferita per responsabilità oggettiva assieme ai propri tesserati Calaiò e Ceravolo per tentato illecito sportivo nella gara Spezia-Parma, dell’ultimo campionato di Serie B. Entro una decina di giorni si andrà a processo presso il Tribunale Federale (primo grado di giustizia sportiva) a riserve sciolte, dato che l’accusa incrimina direttamente i tesserati e la società, mettendo a rischio la promozione appena conquistata sul campo da capitan Lucarelli e compagni.
Qualora l’illecito fosse confermato, la società rischia una penalizzazione in punti che modificherebbe la griglia d’arrivo finale del campionato concluso. La gara incriminata terminò 2-0 per gli emiliani, sancendone la promozione diretta nella massima serie: la pietra dello scandalo sarebbero dei messaggi WhatsApp inviati dai giocatori parmensi a quelli spezzini (“Non ci spezzate le gambe…”), che non hanno risposto, consegnando invece direttamente alla Procura il materiale. I prossimi giorni saranno decisivi per comprendere al meglio i futuribili sviluppi della vicenda.
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