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Terremoto, Barbareschi: la fiction su L'Aquila mantiene alta l'attenzione sulla tragedia



«Sono trascorsi 10 anni esatti dalla prima scossa. Alle famiglie de L’Aquila va la mia profonda solidarietà e profondo rispetto per il dolore dei superstiti. La Rai mandando in onda la fiction di Marco Risi “L’Aquila. Grandi Speranze” conferma il suo ruolo di servizio pubblico che deve sensibilizzare tutta la nazione rispetto ai drammi che l’hanno funestata». Lo ha dichiarato il produttore e direttore del Teatro Eliseo di Roma Luca Barbareschi.


«Ho partecipato volentieri alla fiction dell’Aquila, ha sottolineato Barbareschi , perché la serie può rappresentare un altro modo per tenere alta l’attenzione su una tragedia che ancora è viva in quei luoghi e quindi può trasformarsi anche in uno strumento utile per cercare di rendere la vita degli abitanti più civile senza dare false speranze. C’è’ una bellissima poesia di un poeta Triestino Cortesi che dice “se vive sperando..”. I giovani hanno diritto di sperare a condurre una vita normale in un luogo vicino che sia consono e antisismico. Poi si penserà anche alla ricostruzione del centro dell’Aquila con quei palazzi storici stupendi. La riflessione che mi sento di fare è che dobbiamo evitare di cedere alla irresistibile attrazione del credere alle bolle mediatiche, ossia al fatto che basta un giorno per ricordare o per mobilitarsi per poi pensare che sia risolto tutto. Non è così. Spesso dietro a queste bolle vivono speculazioni della comunicazione e della politica. Purtroppo non bastano né un giorno né una settimana per pulire il pianeta. O per affrontare altri grandi temi epocali che sono all’ordine del giorno dell’agenda politica. E dunque anche i simboli di queste battaglie corrono il rischio di venire usati e gettati. Durano il soffio di un giorno o di una settimana. Ad esempio: che fine ha fatto la bambina che giustamente sogna il pianeta terra pulito? Purtroppo esistono queste bolle mediatiche su cui la gente si appoggia per credere di aver risolto il problema invece è solo una panacea. Bisogna affrontare la vita anche con le difficoltà vere che presenta ogni giorno: sicuramente l’illusione aiuta a vivere meglio ma è meglio non vivere nella illusione».

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