In Sicilia scoppia la polemica sulle case abusive costruite vicino all’Etna. Nella Regione il fenomeno delle irregolarità edilizie è endemico. Sono 6.600 le abitazioni colpite da ordinanze di demolizione mai eseguite. Secondo il Rapporto sull’Abusivismo edilizio in Sicilia, l’84% degli immobili costruiti illegalmente si trovano in zone a rischio sismico.
Quando Vittorio Sgarbi, appena eletto deputato, sollevò il problema in un viaggio sull’isola, fu sommerso dalle critiche e dipinto come colui che voleva la morte dei siciliani. Ora a distanza di trent’anni quelle parole risuonano come un avvertimento profetico. Gli abbiamo chiesto di ricordarci quell’episodio significativo.
«Alla fine del 1991 l’Etna aveva ripreso ad eruttare e non si fermò fino al ’93. L’esercito e i Vigili del fuoco furono costretti a costruite una barriera per arrestare la colata. Ma la lava era così intensa che l’8 aprile del ’92 si riversò fino a comune di Zafferana Etnea. Io appena eletto in Parlamento mi recai sul posto e a bordo di un elicottero sorvolai l’area attorno al cratere. L’immagine che balzò ai miei occhi era incredibile. Le abitazioni abusive si estendevano alle pendici e sui lati del vulcano, incuranti del pericolo. Sceso dall’elicottero mi trovai di fronte a una situazione surreale. Da una parte c’erano persone che vendevano posacenere fatti di lava e dall’altra i tecnici che monitoravano lo stato di attività del vulcano. Io feci una dichiarazione contro gli abusi edilizi dicendo che c’era da augurarsi che la lava cancellasse quelli orrori edilizi. Mi riferivo in particolare a una orripilante chiesa vicino a Zafferana Etnea, costruita secondo i criteri del modernismo più ridicolo e che era stata sfiorata dalla lava. Tutti si scagliarono contro di me per quella dichiarazione. Ma poi emerse che gran parte delle case in quella zona erano abusive e anche di proprietà di mafiosi. La vicenda finì con una polemica violentissima contro di me come se avessi invocato la morte dei siciliani invece invocavo solo il contrasto alla speculazione edilizia».
Cosa è cambiato da allora?
«Sono passati trent’anni ma le abitazioni abusive sono ancora lì».
Come bisognerebbe intervenire?
«È complicato. Gran parte di quello che è costruito sul fianco dell’Etna, se abusivo andrebbe eliminato e se invece è storico si pone il problema di garantire i cittadini trasferendoli altrove. L’Etna è in ottima forma e quindi non ci giocherei troppo».
Cosa pensa delle affermazioni del premier Conte sul fatto che la manovra ha posto le premesse per crescere?
«Senza un taglio delle tasse e sostegni agli imprenditori, la recessione è inevitabile. Gli Stati Uniti di Trump si sono ripresi grazie alla politica di calo della pressione fiscale. Qui invece il governo pensa a dare i soldi ai disoccupati senza creare le condizioni per far ripartire il mercato del lavoro. E comunque Conte non un presidente del Consiglio, non ha alcuna capacità di decidere, viene mandato a trattare con l’Europa per scaricare su di lui la responsabilità di aver tradito il programma del governo».
di L.D.P.
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