Sul Covid 19 valutate la gestione dei paesi federali come USA o Brasile, con i governi federali che indicavano linee guida e gli stati federati facevano… se poi aggiungete le derive negazioniste, la situazione si commenta da sola. Il Regionalismo italiano tanto bistrattato è risultato quello più efficiente, in concomitanza con il 50esimo anniversario delle Regioni a statuto ordinario. Il sistema che, so debba essere migliorato e per questo il disegno di legge sulle Autonomie è pronto, si regge su una politica di risoluzione dei conflitti da risolvere seguendo i principi della “leale collaborazione” come la definisce Mattarella. La Conferenza Stato- Regioni, di concerto con il Presidente del Consiglio, non poteva continuare ad essere un parerificio, ma un luogo di confronto politico vero e proprio, il Covid ci ha obbligato ad una convocazione permanente della Conferenza Unificata quindi allargata alle Città metropolitane. Di fatto il 95% delle ordinanze regionali erano attuative della linea espressa dallo Stato: siamo passati da un Paese di untori a febbraio, a quello più sicuro oggi; da 300 mila mascherine al giorno allora a 3 milioni di mascherine oggi. Questo è stato possibile per l’azione del Commissario straordinario Arcuri che ricostruito le filiere per creare l’autosufficienza odierna che oggi ogni mattina ci fa consegnare in tutte le scuole italiane 10 milioni di mascherine al giorno.
Lo Stato ha supplito dove le Regioni non potevano arrivare. Abbiamo dovuto integrare e fare riferimento alla profilassi internazionale per l’emergenza. Ha funzionato il coordinamento regionale supportato dallo Stato per reperire risorse. Sono state centrali le forze armate che al fianco della sicurezza, si sono caricati funzioni di trasporto e logistica di beni e persone cruciali anche di quegli operatori socio sanitari, medici che sono andati dal Sud al Nord.
Coesione sociale e senso di solidarietà: in un’emergenza planetaria è emersa la volontà italiana di rimboccarsi le maniche e agire seguendo i principi della leale collaborazione. DPCM hanno evitato che venissero compiuti dei reati nello spostare persone. Siamo dentro una seconda ondata con numeri che sono ridotti di un quinto, un sesto… rispetto agli altri, perché abbiamo fatto 8 settimane di lockdown puro. Viene prima la protezione della salute: l’ho detto allora e lo ribadisco. Il nostro status più sicuro dei nostri vicini è figlio delle scelte di marzo e aprile. Non c’erano manuali che indicavano la strada: oggi siamo in un paese sicuro: quasi raddoppiate le sub intensive, 60/70 % di terapie intensive i sistemi sanitari delle regioni sono più forti. Per un lavoro fatto da loro.
Escluderei un secondo lockdown allo stato attuale con 2400-2500 contagiati. Gli italiani sono rispettosi delle regole. I lockdown mirati possono avvenire solo in situazioni che non si controllano più da questo punto di vista. La regione Lazio è quella che è funzionato meglio: perché la prevenzione territoriale pubblica si è dimostrata un valore imprenscindibile. Ogni tanto ci sono preoccupazioni per Campania, Sardegna. La mobilità interregionale che ha investito il Lazio in maniera importante e ha consentito il segno + a luglio ed agosto nel settore turistico, è stato un piccolo miracolo almeno per noi italiani, quasi normale.
Oggi con la riapertura della scuola, l’Italia è tornata a prima del Covid con 40 mila plessi scolastici attivi e solo 800/900 classi contagiate. Italiani vogliono test, intervento dello Stato e l’intervento sanitario: il Sistema sta tenendo.
Zingaretti ha annunciato un piano sul MES come altri presidenti di Regione. E’ un pungolo importante per il Governo l’azione dI Nicola e del PD, ma io mi auguro che superato appuntamento elettorale, quando il recovery fund andrà in Parlamento si possa agire insieme.
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