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Tiberis come Spelacchio: è bufera sulla spiaggia sul Tevere, sabbia finta e niente servizi


Tiberis, la prima spiaggia romana di sempre. Sarà la solita montagna che partorisce il topolino, come quel “povero” abete natalizio, Spelacchio, che lo scorso anno doveva essere simbolo del glorioso natale romano e che invece è stata la causa della più grande presa in giro di Roma agli occhi del mondo?

«Tiberis» vede la luce. Viene inaugurata oggi, 4 agosto, la prima spiaggia dell’Urbe. In piena Roma, vicino a Ponte Marconi, sorge il primo stabilimento sul Tevere, realizzato da Roma Capitale. Dieci mila metri quadrati di area per la quale è stata richiesta un’apposita concessione di lunga durata alla Regione Lazio. Il lido è a ingresso libero ed è gestito direttamente da Roma Capitale. In una nota, il Campidoglio, spiega che la spiaggia è stata attrezzata con sdraio, docce, distributori automatici di bevande e snack, spogliatoi, ombrelloni e campi sportivi. Insomma per l’Amministrazione Raggi sembra essere un successo di maturità politica e civile. Ma siamo sicuri che si confermerà tale? In piena emergenza rifiuti e nel degrado della Capitale, tra i più acuti degli ultimi anni, sembra difficile riuscire a concepire uno spazio di perfetta armonia, innovazione e pulizia, come «Tiberis», che sia realmente tale, realizzato da questa amministrazione. L’idea, apparentemente, sembra essere positiva ed edificante per la città, ma rimangono dubbi effettivi su chi la metterà in opera. La spiaggia romana, che secondo quanto previsto, aprirà tutti i giorni, comprese le domeniche e i festivi, dalle ore otto alle venti, avrebbe dovuto aprire a giugno, ma a causa di alcuni passaggi burocratici dovuti alla scelta del Comune di Roma di farsi carico direttamente del lido, nonostante vi siano emergenze ben più importanti che la città dovrebbe risolvere, escludendo di fatto i privati, vedrà la luce solo oggi, quasi sul finire dell’estate. E poi, Tiberis sarà davvero quel «luogo affascinante» all’avanguardia come ci hanno prospettato le parole di Pinuccia Montanari, assessore alla Sostenibilità Ambientale, che si occuperà della gestione e della manutenzione della spiaggia? Al momento pare proprio di no. “Spiaggia di Roma”, dicono pomposamente i cartelloni. 22 ombrelloni e 48 lettini. Una fontanella. Bagni chimici. 8 spogliatoi e 8 docce in lamiera. Chiusura alle 20. No Wi-Fi. Ingresso gratuito. Meglio di niente, dirà qualcuno, e magari è pure vero. Ma che tristezza, scrive Flavia Perina su «La Stampa». Saremo costretti a darle torto, oppure sarà la solita operazione “alla Raggi”, pomposamente presentata, rivoluzionariamente intesa, oniricamente vagheggiata, come l’arcinota funivia di Roma ovest, che poi si rivela essere una montagna che partorisce il topolino? Stando alle disponibilità, Tiberis si conferma essere un’ottima idea, ma se non adeguatamente applicata può solo sognare di essere quel «modello di turismo sostenibile» di cui parla la Montanari, che nel gusto e nella qualità del servizio dovrebbe rassomigliare ben più ai progetti di balneazione fluviale che coinvolgono città moderne e “sostenibili”, come Parigi o Monaco di Baviera.

I sogni son desideri…e a soli ventiquattro chilometri dall’Urbe c’è Ostia, il mare vero…


E.R.

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