Torino, una città capolavoro. In tutti i sensi. Perché l’arte arrivi a contaminare la metropoli offrendole nuova armonia visiva, nuova fantasia, la esalti, l’arricchisca. Ma non basta una semplice mostra o un’installazione: la città deve fare da sfondo alla virtù artistica. Decontestualizzare per rivitalizzare. Così “Michi Galli”, artista ventenne iscritto all’Accademia Albertina, ha pensato di decontestualizzare le opere dei grandi maestri per adattarle ai background cittadini, estraendo figure e personaggi dalle tele per “adeguarli” al contesto cittadino, il tutto, mixando la sua abilità nell’utilizzo dei software di fotoritocco e il suo amore per i grandi artisti. Allora il “Viandante” di Caspar David Friedrich fermo sulla roccia non osserva più il mare, ma il panorama di Torino. “Le spigolatrici” disegnate da Jean-François Millet hanno invece abbandonato il campo di grano che tradizionalmente fa loro da sfondo e si trovano nel bel mezzo di Porta Palazzo, intente a rovistare tra i rifiuti lasciati dai banchi dei verdurieri. C’è persino la signora malinconica e un po’ alterata tratteggiata da Degas ne “L’assenzio”, solo che in questo caso aspetta mestamente il bus alla pensilina Gtt. la “Giuditta” di Klimt che pare scattarsi un selfie sotto i portici di via Roma, altre stranianti, come il “Cristo morto” del Mantegna che giace su un muretto della Porta Palatina. «Il mio obiettivo è far capire che l’arte non è morta e che anzi è più contemporanea che mai», racconta l’ideatore di questa insolita ma piacevole prospettiva artistica, che ha lanciato questo progetto con il nome di “ArTorin”, estrapolare i protagonisti dei quadri che hanno fatto la storia dell’arte per farli rivivere in alcuni scorci di Torino. Il risultato è una collezione di immagini surreali, a volte divertenti. L’ispirazione è arrivata da un altro progetto quasi identico: «Mi ha colpito molto il progetto “Cartoorin” di Marianna Boiano, che inserisce i personaggi dei cartoni animati in scenari cittadini. Ho pensato di fare qualcosa di simile, rendendo omaggio all’arte e al tempo stesso strizzando l’occhio ai temi sociali», spiega il giovane artista che, intanto, rilancia: «Le immagini più riuscite devono ancora arrivare».
E.R.
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