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Torino, i carabinieri recuperano un'antica e inestimabile scrivania




I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, in seguito a minuziose e attente indagini, hanno potuto recuperare una scrivania “a doppio corpo” con pregiati intarsi in avorio e madreperla, scomparsa nel secondo dopoguerra e considerata uno dei più importanti capolavori del più grande maestro ebanista dell’età sabauda: Pietro Piffetti. Il valore della scrivania sarebbe stato stimato in oltre due milioni di euro.


L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, è stata originata da una segnalazione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Città metropolitana di Torino, nella mostra “Genio e maestria: in mostra a Venaria mobili ed ebanisti della Corte Sabauda”, faceva notare l’assenza di una delle maggiori opere del maestro ebanista.


I carabinieri dell’ufficio preposto, un vero e proprio fiore all’occhiello delle nostre forze anticrimine, hanno avviato subito vari accertamenti che hanno in breve consentito di sapere che l’opera, salvatasi dai bombardamenti di Torino nel 1943, era stata venduta in un primo tempo ad un privato e in seguito, esportata all’estero senza alcuna autorizzazione, dapprima in Francia, successivamente in Svizzera e come destinazione finale negli Stati Uniti, dove per un lungo periodo di tempo, era stata esposta al Metropolitan Museum di New York.


Il manufatto recuperato è visibile in queste ore presso il Salone degli Svizzeri di Palazzo Chiablese a Torino, in occasione della conferenza stampa appositamente convocata a testimonianza dell’inusitata capacità di tutela che hanno i nostri militi della Benemerita anche nel ritrovare opere d’arte trafugate e trasferite oltralpe in maniera illecita, privando il nostro Paese di sue importanti ricchezze culturali e storiche.



DPF

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