La passione dei grillini per l’informazione è tale solo quando serve a raccontare la loro narrazione dei fatti. Altrimenti si torna all’antico: stampa bastarda. “Luigi Di Maio, che è vicepremier, ministro del Lavoro e ministro dello Sviluppo Economico, ha paralizzato insieme ai suoi compagni di sventura la crescita e lo sviluppo del Paese mortificando l’apparato industriale, svilendo quello imprenditoriale e provocando quello sindacale. Nel vuoto pneumatico non trova di meglio che scagliare i suoi 'bravi' contro la Rai (ma non dovevano 'liberarla' dai partiti?) per non averlo pavoneggiato a dovere durante l’abbattimento del Ponte Morandi. Chiedevamo di porre fine a questo inutile governo per manifesta incapacità, ora questa narrazione non vale più: siamo di fronte a una manifesta pericolosità che blocca il processo decisionale, crea isolamento internazionale, innalza la pressione fiscale e inibisce ogni stimolo economico ed occupazionale. Le responsabilità non possono essere attribuite al destino cinico e baro, ma a un governo di bari pieni solo di arroganza”, afferma in una nota Giorgio Mulè deputato di Forza Italia e portavoce azzurro dei gruppi Camera e Senato centrando perfettamente il tema. Eppure il grillino Primo Di Nicola, vicepresidente della Commissione di vigilanza sulla Rai, insiste nel difendere le ragioni dei pentastellati.
“La vicenda Rai di ieri a Genova, in occasione della demolizione delle pile 10 e 11 del ponte Morandi, finisce per "portare acqua al mulino di chi considera questa azienda irriformabile. Tanto da chiederne la privatizzazione”, afferma in un post su Facebook l’esponente pentasellato, rimandando al mittente Rai la replica di viale Mazzini ai rilievi critici del senatore pentastellato a proposito del servizio trasmesso ieri da RaiNews24 in occasione della demolizione dei resti del viadotto sul Polcevera. Infine il solito Anzaldi trova il modo per rilanciare la polemica sul canone. “Se rispondesse al vero che la Rai ha perso la Champions per aver scritto male il ricorso contro Sky, come rivela il blog Antenne di Repubblica, saremmo di fronte ad un caso di incredibile gravità. Quindi niente calcio, niente Formula uno, niente Moto Gp: i due miliardi di euro del canone degli italiani servono solo a pagare i mega stipendi dorati di alcuni privilegiati e la maxi infornata di assunzioni esterne senza trasparenza e senza curriculum decisa dai vertici nominati da Salvini e Di Maio? Chiederò chiarimenti con un'interrogazione in Vigilanza”, scrive su facebook il deputato del Partito democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai. “Mentre si ha notizia”, prosegue Anzaldi, “di super conduttori come Antonella Clerici lasciati senza trasmissione perché secondo quanto riporta il Corriere non smentito, l’artista sarebbe antipatica alla direttrice di Rai Uno, , la stessa che teorizza candidamente di considerare il governo Lega-M5s il suo editore, si moltiplicano gli sprechi e gli errori: come è possibile che un ufficio legale strapagato come quello Rai non sia stato capace di scrivere un ricorso, addirittura giudicato incompleto dal magistrato?". Misteri di viale Mazzini.
di Alberto Milani
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