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Trump e Conte suggellano l'asse Roma-Washington. Il Tycoon: «Italia leader nel Mediterraneo»



L'asse Roma-Washington è suggellato. Era nell'aria, sia per il clima degli ultimi mesi sia per una storia che ha radici profonde. Una storia che parte da Ellis Island, dove i nostri nonni sono arrivati con una valigia di cartone contenente i sogni e le speranze di chi avevano lasciato a casa. I sogni di diventare qualcuno, di poter dare da mangiare ai propri figli che avevano sofferto la fame causata dalla guerra. Qualcuno ci è riuscito a realizzare quei sogni, altri hanno preso strade che ci hanno portato la fama di italiani "mafia, pizza e mandolino". Ma l'America è trantadue volte più grande dell'Italia e non ha certo visto sbarcare ogni giorno centinaia di persone, come accade oggi nel nostro Paese, dove i migranti portano una valida preparata dagli scafisti. Prima o poi doveva finire e per noi ci sta pensando il titolare del Viminale, Matteo Salvini. Dall'altra parte del mondo, invece, il presidente Usa Donald Trump lo stava già facendo fin dal suo insediamento, tentando di bloccare un'immigrazione incontrollata che negli Stati Uniti ha generato il terrorismo e la crisi economica. Con tutti contro, con i giornali politicizzati che sparano a zero sul Tycoon e sulle riforme senza umanità. Un razzista lui, un razzista Matteo, Luigino Di Maio e pure Giuseppe Conte. Se razzismo è difendere i confini e garantire la sicurezza ai cittadini allora la maggior parte del popolo italiano e americano, che non trova spazio sulle pagine dei giornali, lo è sicuramente.


E Trump e Conte lo sanno, sentono l'appoggio di quei cittadini e vanno avanti per la loro strada. Una strada oggi comune, perché la visita del premier italiano a Washington ha tracciato proprio un nuovo inizio. Una stretta di mano tra i due leader e la storia può avere inizio. «Conte sta facendo un lavoro fantastico», ha detto Trump ricevendo alla Casa Bianca il premier italiano. «Sono molto d'accordo con quello che state facendo sull'immigrazione legale e illegale», ha aggiunto il presidente Usa, sottolineando di sposare in pieno «la vostra gestione dei confini».  Non solo, la ricetta italiana dovrebbe fare scuola. Tanto che ha precisato come: «molti altri Paesi in Europa dovrebbero seguire l'esempio dell'Italia» sull'immigrazione e su una posizione dura ai confini. E infine: «Riconosciamo la leadership dell'Italia nel Mediterraneo». Dal canto suo, Conte non ha fatto mistero della vicinanza storica con gli Usa, precisando che «sono tante le cose che ci uniscono» e sottolineando il "cambiamento" che entrambi rappresentano, oltre alla comune distanza dall'establishment e la vicinanza con le esigenze e il sentire dei cittadini. La linea dell'Italia è ben definita: ottenere il sostegno degli Stati Uniti per avviare insieme una "cabina di regia permanente" nel Mediterraneo per la lotta al terrorismo, per la sicurezza, l'immigrazione e la questione Libia. Con questa cabina di regia l'Italia potrebbe infischiarsene dell'Europa e assumere un ruolo di riferimento dell'Unione quale interlocutore privilegiato con gli Usa. Infine la questione dei dazi, perché non ci sono solo i confini territoriali da proteggere, ma anche quelli economici. Conte ha chiesto a Trump di tutelare gli interessi delle aziende italiane, soprattutto quelle legate all'agroalimentare. E quando si parla di "made in Italy" il successo è garantito. Tanto che al fascino del Belpaese cede anche il Tycoon: «Consiglio di fare investimenti in Italia».

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