E quindi la Rai è diventato il nuovo campo di battaglia tra Lega e 5Stelle. La prova, semmai ce ne fosse stato bisogno, è arrivata in Commissione parlamentare di Vigilanza durante l’audizione del presidente Marcello Foa e dell'amministratore delegato Fabrizio Salini (seconda puntata di una seduta cominciata una settimana fa). Con il presidente Foa, indicato e fortemente voluto dalla Lega con Salvini che a suo tempo si è speso in prima persona, finito nel mirino sia dell’opposizione che dei grillini. Un attacco concentrico come non si era mai visto sino ad oggi. “In Europa stiamo puntando a un mercato unico con investimenti nel digital single market, il mercato unico digitale. Per la televisione c’è il regolamento sul geoblocking per i contenuti a pagamento. Invece per i contenuti non a pagamento esclusi dal Regolamento UE, la Rai impone il geoblocking ma in questo modo limita la diffusione culturale italiana in Europa. In questo senso non ci sorprende che sia al 25 posto per visibilità del sito web. Credo sia utile e necessario rimuovere questo muro che ci isola dal resto d'Europa. Non è una scelta che si puo' rinviare”, afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle Maria Laura Mantovani, sollevando un tema apparentemente complesso di grande importanza strategica nel contesto europeo.
Meno tecnico e più pulito l’affondo dell’ex sottosegretario dem Antonello Giacomelli. “Non c’è nessun piano industriale, mancano budget, tempi, indicazioni di processo, riformulazioni di responsabilità. Si tratta solo di una serie di slide, con molte incongruenze”, sostiene il deputato del Pd e vicepresidente della Vigilanza Rai, “non si capisce come la creazione di nove ulteriori strutture con nove ulteriori direttori porti ad una semplificazione dei processi burocratici e a risparmi di costi”. Il presidente, più che dagli assalti politici, ha provato a difendersi da quelli strutturali. “La Santanché ha detto che ho fornito dati falsi” sul pluralismo, ma “i dati sono dell'Osservatorio di Pavia e dell'Agcom per cui a nostro giudizio sono oggettivi e pubblici. Poi naturalmente le opinioni sono rispettabili e le interpretazioni sono libere”, sostiene il presidente della Rai, rivolgendosi alla parlamentare di Fratelli d'Italia. Durissimo, invece, l’affondo del capogruppo di Liberi e Uguali alla Camera, Federico Fornaro, componente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai. “Il M5s con colpevole ritardo si accorge solo ora che si sarebbe dovuto nominare come Presidente della Rai una personalità di garanzia, come da noi insistentemente richiesto lo scorso anno. I Cinque stelle hanno invece accettato la logica dell’accordo spartitorio tra Presidente (Lega) e Amministratore delegato (M5s) e i risultati sono sotto gli occhi di tutti: una conflittualità strisciante e quotidiana con un Presidente iperattivo che assomiglia a una sorta di Amministratore delegato bis. Il conto di queste scelte lo stanno purtroppo pagando l’azienda e gli utenti, con una Rai dilaniata da guerre intestine e bloccata nel processo di indispensabile adeguamento tecnologico e culturale per affrontare le nuove sfide legate alla rivoluzione digitale”.
Per Federico Mollicone, deputato di Fratelli d'Italia e membro della commissione di vigilanza Rai, sullo sfondo di tutto ciò c’è anche il caso Fazio. “Noi abbiamo chiesto la cancellazione del programma a causa della sua faziosità. Io mi considero ufficialmente un anti-fazista. È una persona che guadagna tanti soldi pubblici, ha un'assoluta indipendenza da qualsiasi vigilanza sul pluralismo, è bastato vedere l'intervista a Macron in cui ha annuito per oltre 120 volte e quella a Juncker in cui ha fatto campagna elettorale per l'eurocrazia. È un modo di fare propaganda subdolo e inaccettabile, soprattutto perché' pagato dai cittadini. Noi chiediamo che venga al più presto ridiscusso il contratto e che magari se ne vada in qualche altra rete”. Il senatore del Pd, Francesco Verducci, è seriamente preoccupato per il futuro dell’azienda. “La guerra per bande tra Salvini e Di Maio sta facendo precipitare la Rai, violazione del pluralismo mai così evidente e sfacciata, tutta piegata a favore di Salvini, con un clima insostenibile in azienda di intimidazione nei confronti di chi non è' allineato. Problemi di ascolti che oramai sono strutturali, in particolare per Rai1 (sia in prima serata sia nell'intera giornata), per Tg2 e Tg1. Piano industriale completamente evanescente sul tema strategico del rilancio della radio. La decisione di cancellare Rai Movie che è puro autolesionismo, perché contraddice un asset di inestimabile valore (il connubio con il cinema) su cui la Rai da sempre primeggia. La mancanza di un piano serio a sostegno dei lavoratori in Rai, come invece abbiamo espressamente scritto nel contratto di servizio". Infine l’ex presidente del Senato, Renato Schifani sottolinea l’importanza del lavoro della Vigilanza. “Giusta la decisione del presidente Barachini e dell'ufficio di presidenza della Commissione di Vigilanza Rai di indire un ciclo di audizioni sul nuovo piano industriale e sul piano editoriale della Rai”, dice il senatore di Forza Italia, “dopo le tensioni e le problematiche emerse in Commissione in seguito agli interventi di Foa e Salini è bene andare fino in fondo allo stato di salute e alle capacità di programmazione della tv pubblica: se c’è caos ai vertici è inevitabile si trasmetta anche all'azienda. A maggior ragione dal momento che Foa è stato di fatto sfiduciato da due gruppi parlamentari che lo avevano sostenuto, ossia FdI e M5S”.
di Alberto Milani
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