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Un algoritmo sostituirà l’uomo per creare le fake news



Le fake news possono essere create anche da un algoritmo. Il meccanismo messo a punto da OpenAI (una società che si occupa di ricerca sulle IA e che conta tra i suoi finanziatori anche Elon Musk, il fondatore di Tesla) per la creazione di contenuti da parte dell’intelligenza artificiale è rivoluzionario per le implicazioni che potrebbe avere sul sistema dell’informazione.


Il nuovo sistema informatico è in grado di generare testi di articoli e opere di fiction con uno stile che non lascia adito a dubbi sulla provenienza non umana. Al momento i ricercatori di OpenAI hanno deciso di non rendere pubblico l’algoritmo con i codici per il timore che possa essere usato in modo malevolo. Nel suo sito, la società di no profit che si occupa di ricerca, scrive che si riserva "la possibilità di creare processi formali per mantenere la riservatezza delle tecnologie in caso di problemi di sicurezza". E questo nuovo sistema potrebbe creare molti problemi. Secondo quanto riporta il The Guardian, questo meccanismo è notevolmente più evoluto rispetto ai precedenti. I testi prodotti hanno una qualità superiore e raramente contengono errori di sintassi .


Inoltre è possibile creare stili di scrittura diversi. Nel sistema vengono inserite pagine intere di testo o anche poche frasi e l’algoritmo genera un testo in base alle previsioni calcolate dai suoi modelli. Il Guardian ha fatto un esperimento fornendo i primi paragrafi di un articolo sulla Brexit. Il sistema ha realizzato un articolo che aveva lo stesso stile delle news, con tanto di citazioni delle dichiarazioni dei personaggi politici della Gran Bretagna, come Jeremy Corbyn o Theresa May. Il sistema è molto pericoloso perché è alimentato da materiale reperito su internet e non ha la capacità di discernere testi che promuovono odio, fake news e teorie di complotti. I ricercatori di OpenAI, parlando al Guardian, hanno definito la diffusione di queste tecnologie in assenza di forme di controllo come una possibile “scala mobile verso l’inferno”. Per questo hanno deciso di non rendere pubblici i dettagli della ricerca. Prima occorre informare il pubblico su quella che, secondo loro, nel giro di due anni potrebbe diventare una tecnologia mainstream.

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