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Un'app innovativa per rilanciare la sua Basilicata è il progetto di Piro




Un’app che permette a qualsiasi partita Iva di iscrivere la propria attività o servizio, dall’ordinare la colazione fino al falegname o al commercialista. E’ l’idea lanciata da Luigi Piro, studente ventenne della facoltà di economia e management della Luiss, originario di Lagonegro, che in un’intervista esclusiva rilasciata a Spraynews, presenta Check, il progetto in grado di racchiudere molteplici servizi in una sola applicazione, con l’obiettivo soprattutto di rilanciare la sua Basilicata.


Come mai questa idea?


«Nasce principalmente da due motivazioni. La prima è legata alla quarantena, durante la quale avevo bisogno di qualcosa che mi tenesse attivo il cervello, mentre la seconda è legata alla volontà di concentrarmi, sin da subito, su un qualcosa che davvero potesse cambiare la realtà in cui vivo. Pur esistendo da tempo nelle grandi città, per la mia terra rappresenta certamente una novità».


L'app, quindi, è uguale a quelle già utilizzate nelle grandi metropoli?


«Ho deciso di fare un passo in avanti. Oltre, infatti, a poter ordinare del cibo, fare shopping online, sarà possibile trovare davvero tutti i servizi. Sarà possibile, ad esempio, contattare l’idraulico, l’elettricista, ma anche il professionista, come nel caso del giornalista più adatto a promuovere la propria attività o l’avvocato specializzato su una particolare materia. Sarà facile, inoltre, trovare contatti, mail, tutto in modo più preciso rispetto alle altre applicazioni. Ritengo questa la vera svolta».




«Quando sono arrivato nella capitale per studiare, pur conoscendola, essendoci stato spesso come turista, mi sono sentito spaesato. Non sapevo, ad esempio, il barbiere a cui rivolgermi per i miei gusti, così come se avevo bisogno in urgenza del commercialista non sapevo a chi rivolgermi. L’unica strada era fare tante ricerche su internet. Per tale ragione, ho pensato, a partire dalla mia terra, che serviva un qualcosa che anche lì fosse in grado di risolvere tale tipologia di problemi».


E’ soddisfatto di come le persone hanno risposto all’iniziativa?


«La Check, pur essendo nata ieri, con pochissima pubblicità, ha già 200 iscritti e 15 attività commerciali, concentrate soprattutto a Lagonegro. Per essere solo l’inizio, posso ritenermi più che soddisfatto, considerando che il primo acquisto è stato fatto solo questa mattina».


Quanto la pandemia ha contributo a investire tempo e energie nel progetto?


«Specialmente in piccoli centri come quelli della Basilicata, dove in ogni Comune non ci sono tutti i servizi, avere un App del genere durante la pandemia avrebbe facilitato tante cose. Ho cercato, nel mio piccolo, di risolvere qualche problema. Anche poter ordinare una pizza dal cellulare, nel paese dove vivo, è un grosso passo in avanti».


Quale il futuro?


«La priorità adesso è concentrarmi sull’Università e laurearmi. Detto ciò, nel tempo libero, continuerò a seguire il progetto perché ci credo e sono certo che potrà cambiare sia il mio futuro che quello di tante persone. Lo porterò avanti con grande dedizione e a breve aprirò anche un ufficio commerciale che gestirà il tutto. Seguirò gli studi, ma allo stesso tempo inizierò a fare l’imprenditore».


Quale il sogno?


«Fare in modo che tanti miei coetanei, che oggi lasciano la nostra terra, siano messi nella condizione di tornare. Il mio desiderio, che può sembrare anche stupido, è quello di vedere quanto prima un grande palazzo Check, in cui far lavorare amici o persone che hanno bisogno. Farò di tutto per realizzarlo».





Quali, invece, i principali ostacoli?


«Ce ne sono stati diversi, ma la mia caparbietà mi ha portato a superarli. La burocrazia, ad esempio, a volte, ha rappresentato una difficoltà, pur superabile. La cosa che mi ha infastidito di più, però, talora è stata la cattiveria o meglio ancora debolezza di alcune persone, in cui purtroppo prevale ancora il sentimento dell’invidia».


Considerando che molti giovani della sua età vorrebbero avvicinarsi a questo mondo, quanto costa realizzare un’applicazione del genere?


«Il primo costo è stato quello umano. C’è un grandissimo lavoro dietro questo progetto, che all’inizio neanche io immaginavo. Dal punto di vista economico, non parliamo di tantissimi soldi, ma certamente senza l’aiuto della mia famiglia, che ha sempre creduto nella mia idea, non avrei potuto realizzare quanto ho fatto. Fondamentali sono state, però, anche tutte le persone che mi vogliono bene, a partire dalla mia ragazza».


Di Edoardo Sirignano

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