Gli amanti delle opere letterarie di H. P. Lovecraft o di Clark Ashton Smith o di Robert E. Howard di certo sobbalzeranno al leggere questa notizia. Infatti qualche giorno fa, un misterioso e soprattutto inquietante sarcofago nero, al quale è stata attribuita una datazione di almeno duemila anni, è stato rinvenuto in uno scavo nella popolosa città di Alessandria di Egitto, e più precisamente in al-Karmili Street nel distretto di Sidi Gaber. Gli archeologi, subito postisi al suo studio, ancora non sono riusciti a capire chi o “cosa“ il sarcofago contenga, tuttavia un aiuto all’indagine potrebbe provenire dal contestuale ritrovamento di una strana testa di alabastro che giaceva proprio in prossimità del manufatto, inoltre anche le insolite dimensioni della tomba lasciano stupefatti gli scienziati.
Il reperto non mostra iscrizioni né bassorilievi o altro che aiutino gli studiosi ad identificarlo con certezza assoluta, avvolgendo il tutto in un alone di mistero degno dei pulp degli anni Trenta. Tuttavia non avendo nella realtà un Indiana Jones ma la competenza scientifica di seri archeologi dobbiamo attenerci ai meri fatti del ritrovamento.
Ai nostri tempi, dopo decenni di scavi professionali e secoli di predatori e tombaroli (purtroppo attivi non solamente in Egitto), è piuttosto raro trovare una tomba egiziana completamente integra con ancora con ancora tutti i suoi segreti da esser rivelati, anche una tumulazione di età alessandrina come questa, anteriore all’età di Cristo in Galilea.
Nella migliore tradizione funeraria il sarcofago ricavato da un blocco di granito nero, è stato rinvenuto a cinque metri di profondità e sempre stando a quanto riportato dal Dott. Mostafa Waziri, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità, le sue dimensioni risultano essere davvero notevoli, infatti ha un'altezza di quasi due metri e una lunghezza che sfiora i tre, fatto che lo pone indubbiamente tra i più grandi mai riportati alla luce in uno scavo archeologico nell’antica città di Alessandria.
Sempre secondo quanto dichiarato invece dal Dott. Ayman Ashmawy, subito intervenuto a visionare il prezioso reperto, uno strato di calce presente sarebbe la prova che la tomba, risalente al periodo Tolemaico, dunque al 300 aC circa, età nella quale si espanse proprio l’impero di Alessandro Magno e Roma ancora non era uscita dai propri confini, sia rimasta ignota ai tombaroli che da sempre proliferano e prosperano in quelle terre colme di tesori dimenticati dal tempo e che hanno un immenso valore economico sul mercato nero delle opere d’arte antiche.
Il busto d’alabastro che l’accompagna ha il volto consunto che ne rende impossibile l’identificazione ma potrebbe essere quello del reale proprietario della tomba. Non ci resta che attendere le ulteriori indagini degli archeologi e sperare ancora una volta che Lovecraft abbia sempre, soltanto, sognato.
DPF
Comments