Nel 2019 non si terranno solo le elezioni europee, già fissate per il prossimo 26 maggio, ma anche una importante tornata di elezioni amministrative (andranno al voto circa 4 mila comuni italiani, tra chi le città di Firenze e di Bari), che si celebreranno a giugno, e si apriranno le urne anche in ben sei regioni italiane, anche se con date differenti tra loro perché ogni regione italiana non solo gode di un diverso sistema elettorale ma può anche auto-decidere la data del voto. Le regioni che andranno al voto sono l’Abruzzo (il 10 febbraio, data ufficiale), la Basilicata (il 26 maggio, data ufficiale), la Calabria (al voto il 26 maggio o a novembre, data ancora da definire), l’Emilia-Romagna (idem, cioè come la Calabria), il Piemonte (il 26 maggio, data ufficiosa, cioè a sua volta in abbinamento con le Europee come già era successo nel 2014) e la Sardegna (il 24 febbraio, data ufficiale).
Si tratta di sei regioni dove i governatori e le giunte regionali uscenti sono tutte di centrosinistra e che vanno al voto per scadenza naturale della legislatura (Emilia, Piemonte, Sardegna, Calabria) o perché la giunta è caduta, pur se per differenti motivi (in Abruzzo, il governatore uscente, Luciano D’Alfonso, ha optato per il seggio vinto al Senato, mentre in Basilicata la giunta governata da Marco Pittella è andata in crisi perché il governatore è indagato in un’inchiesta, è stato agli arresti domiciliari e solo da poco è tornato in libertà), ma a essere più avanti, nella definizione delle candidature a governatore e delle alleanze, è – tanto per cambiare – il… centrodestra, non l’M5S e tantomeno il centrosinistra, in pieno marasma. Centrosinistra che ha già perso, durante la crisi di governo, due regioni, Molise e Basilicata, passate al centrodestra.
Ieri, un vertice – peraltro molto tormentato a causa della improvvisa assenza di Salvini – tenuto dal centrodestra a Milano, nella casa-studio di Berlusconi in via Rovani, dove erano presenti, oltre a Berlusconi e al suo braccio destro, Antonio Tajani, alla leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni accompagnata dal suo colonnello Ignazio La Russa, e al solo Giancarlo Giorgetti in rappresentanza della Lega, ha deciso, almeno in parte, il quadro di tutte le candidature.
Abruzzo. Il centrosinistra ha, di fatto, già perso la regione. La sfida, dunque, sarà tutta tra i 5Stelle e il centrodestra che, nonostante le pretese avanzate dalla Forza Italia locale, punterà le sue carte sull’uomo forte di Fratelli d’Italia in loco, Marco Marsili, perché la Meloni ‘vuole’ l’Abruzzo.
Basilicata. Anche questo ex fortino ‘rosso’ sta per cadere. La vicenda giudiziaria che ha travolto il presidente Pittella porterà, quasi sicuramente, il centrosinistra alla sconfitta. I 5Stelle sono molto forti e qui il centrodestra è molto diviso. La scelta del candidato governatore spetta a Forza Italia, ma regna forte, ancora, l’incertezza sui nomi e i berlusconiani non riescono a scegliere tra una rosa di almeno 5 candidati.
Calabria. Il centrosinistra, uscente, è sempre più in affanno e il centrodestra ha il vento in poppa. Anche qui il nome del candidato governatore lo esprimerà Forza Italia: nel borsino sono sempre più in salita le quotazioni di Mario Occhiuto, attuale sindaco di Cosenza e fratello di Roberto Occhiuto, vicepresidente del gruppo alla Camera e molto vicino alla plenipotenziaria di FI in regione, la deputata Jole Santelli.
Sardegna. La regione dove i 5Stelle mietono più consensi e il centrosinistra fatica a trovare la quadra della coalizione spetta, di fatto e di diritto, alla Lega. Salvini, che si ‘cura’ da tempo la Sardegna, con continue visite e manifestazioni, ha già stretto alleanza con diversi movimenti locali sardi (l’indipendentismo della politica sarda ha lunghe tradizioni) e punta le sue carte sul sardista Christian Solinas, senatore e segretario del Partito Sardo d’Azione, un tempo di sinistra. Sarà lui il candidato del centrodestra alle elezioni regionali.
Piemonte. È, forse, l’unica regione dove il centrosinistra presenta un candidato governatore, l’uscente ex presidente Sergio Chiamparino, che sarà un osso duro da battere. Senza dire dei 5Stelle che, in Piemonte, sono ancora forti. La coalizione di centrodestra, qui, è molto divisa tra il fronte Lega e quello azzurro, ma Berlusconi non intende ‘cedere’ il Piemonte alla Lega che, in caso di vittoria, farebbe ‘filotto’ nelle regioni del Nord perché già governa in Lombardia (Fontana), Veneto (Zaia) e Friuli (Fedriga). Il candidato dovrebbe essere il forzista Alberto Cirio, ma la decisione finale, da parte di FI, non è ancora stata presa.
Emilia-Romagna. Ecco un’altra regione dove, nonostante lo storico predominio della sinistra, Salvini punta molte delle sue carte. Vincere in una storica (ex?) regione rossa, sarebbe per la Lega il miglior viatico per un governo del ‘futuro’ in cui il centrodestra tornerebbe protagonista, ma sono ancora aperti tutti i giochi, dentro la sua coalizione.
di Ettore Maria Colombo
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