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Yellow Submarine, una canzone dei Beatles compie mezzo secolo




Cinquant'anni fa usciva uno dei brani più significativi del periodo psichedelico dei Beatles, It's all too much, di George Harrison, considerato spesso un’opera "minore", è invece una canzone di inusitata forza, sia sul piano musicale sia su quello del “messaggio” che lo rende uno dei grandi capolavori di George Harrison.


Correva l’anno 1967, era la lisergica “Swingin’ London” quando il brano fu scritto e inciso dai Beatles, poche settimane dopo aver terminato la lavorazione di Stg.Pepper e proprio per questo non entrato nello storico album dei Fab Four. Il brano è dichiaratamente il manifesto dell'esperienza psichedelica personale di Harrison, tratta quindi della possibilità di amplificare la coscienza, con un sound fantastico, tratto da un organo Hammond e dalle chitarre distorte ad imitazione dei sitar indù


Le session di registrazione, stando a quanto riportato dai testimoni, furono caotiche e divertite, in un’atmosfera decisamente lisergica e psicotropa, sotto l'influenza dichiarata della musica indiana,


It's all too much è un brano che mette insieme il meglio dei Beatles dell'epoca con alcune sonorità tratte dalla chitarra di Jimi Hendrix e il confuso interesse per la spiritualità orientale di Osho, in un affresco policromo di un’epoca “strana” che ha lasciato profondi solchi, non soltanto sui vinili, ma anche nella visione di un mondo decisamente più ampio di quello che normalmente si crede, aprendo strade là dove poi altri spalancheranno le huxsleiane “porte della percezione” in un crescendo che ancora non ha conosciuto la parola “fine”.



DPF

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