di Michele Lo Foco
Siamo sul limitare di una nuova era, o almeno così ci auguriamo, nella quale un nuovo governo potrebbe annullare il regime delle sinistre che hanno massacrato il cinema e consegnato il nostro spettacolo agli stranieri.
Il veleno a effetto ritardato, il tax credit, inoculato, e la parola esprime bene il concetto, a tutte le espressioni dell’audiovisivo, ha prodotto gli effetti sperati da Franceschini: i veri produttori indipendenti sono stati decimati mentre i finti produttori indipendenti addirittura fintamente italiani, si sono arricchiti per il prossimo secolo, approfittando dei mancati controlli sulle fatture e della complicità delle strutture pubbliche.
Basta vedere l’elenco dei prodotti nazionali ed i loro incassi per capire che chi ha veramente contribuito alla loro realizzazione è solo ed esclusivamente lo Stato.
Ma i cittadini italiani sanno di essere i produttori cinematografici? Nessuno credo glielo ha svelato. Eppure nell’incredibile bilancio statale ancora oggi, periodo nel quale veniamo invitati a mangiare la pasta cruda ed a fare la doccia una volta alla settimana, lo Stato, noi, la RAI, produciamo “quasi orfano”, filmone vetero/commedia cui non ha creduto nemmeno il produttore, che è persona intelligente ed esperta. Come avvertire la popolazione di questo scandalo? Quale giornalista, svegliato dalla ipnosi della sinistra, deciderà di affrontare la verità del nostro spettacolo?
Tutte le strutture, le reti, i programmi sono nelle mani di gente improvvisata se non addirittura frustrata, se non addirittura disturbata, che ritiene di poter usare il potere per ricevere a casa propria a spese del popolo: chiunque, anche il più becero presentatore televisivo, pretende di essere il trascinatore degli spettatori e non ammette di contribuire al declassamento della cultura.
Ormai travolti dal “grande fratello”, dalla Venier, dalla Ventura, peggio mi sento da De Martino, impastoiati da frotte di giornalisti pronti ad usare il dito per cambiare ospite, da amanti di qualcuno che le vuole valorizzare, ebbene ormai ai poveri spettatori non resta che abbonarsi a Netflix e ad Amazon che stanno sulla riva per veder passare i cadaveri dello spettacolo nazionale.
Il nuovo governo potrebbe modificare l’ambiente. Come?
1) Abbassando al 20% il tax credit;
2) Escludendo dal tax credit le società detenute da entità straniere ed i prodotti di fiction televisiva;
3) Vietando alla RAI di produrre;
4) Pagando gli arretrati dei contributi automatici;
5) Ripristinando le commissioni ministeriali, che devono essere composte da rappresentanti delle categorie e la visione del film “finito”;
6) Determinando criteri precisi, e non discrezionali, per la valutazione del valore del film;
7) Obbligando RAI all’acquisto di prodotto cinematografico nazionale fino all’importo stabilito;
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Con questa cura sono certo che il nostro cinema ed i nostri spettacoli torneranno in poco tempo a stupire il mondo.
E la televisione?
Ha solo bisogno di gente onesta ed esperta come lo erano Guglielmi, Giordani, Munafò, Di Russo, eliminando quelle figure prive di spessore culturale che hanno contraddistinto i programmi con la loro incapacità.
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