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Bruzzone: «Task force Aispis è soluzione contro violenza»



Lunedì 23 luglio alle ore 11:30 presso la sala stampa Camera dei Deputati sarà presentata la task force nazionale per contrastare la violenza di genere promossa dall'Aispis (Accademia Italiana delle Scienze Polizia investigativa e Scientifica) presieduta da Iolanda Ippolito con la collaborazione della vice presidente Bonifacio Marilena e la segretaria generale Antonella Cortese. L'obiettivo è quello di tessere una rete di protezione in favore delle donne partendo dalle forze dell’ordine per coinvolgere le associazioni e gli esperti del settore con un coordinamento permanente volto a prevenire le violenze e individuare per tempo le situazioni a rischio. A parlarne è una delle massime esperte, la criminologa Roberta Bruzzone.


Dottoressa Bruzzone, in che direzione sta andando il fenomeno della violenza di genere? È in crescita?

È quanto mai difficile quantificare in maniera precisa questo tipo di fenomeno. Sappiamo che purtroppo è flagellato da un numero oscuro elevatissimo, un dato che rimane costante negli anni. Quello che possiamo dire è che c'è una maggiore consapevolezza e una maggiore fiducia da parte delle vittime. Sicuramente le denunce sono nomi, ma il numero delle donne che subiscono violenze resta oscuro ed elevatissimo. Si calcola, secondo una stima che considero abbastanza attendibile, che solo due casi su dieci giungono all'autorità giudiziaria.


Questo succede per paura o perchè non si sentono garantite dallo Stato?

Per paura, per vergogna, incapacità di pensarsi senza il proprio aguzzino. Talvolta c'è anche un problema di dipendenza psicologica da parte delle vittime. Spesso c'è la paura di rimanere senza risorse economiche, ma anche paura di esporre i figli a conseguenze negative.


Qual è il modo migliore per contrastare a violenza di genere?

Bisogna lavorare a livello culturale. Occorre ridisegnare i livelli di relazione che esistono all'interno delle famiglie, e soprattutto le aspettative di genere. Bisogna fare in modo che il clima che si respira all'interno delle case degli italiani, anche se apparentemente lontano dalla violenza, in realtà si basa su modelli di genere assolutamente critici. Le donne prevalentemente sono ancora largamente penalizzate quasi su tutta una serie di aree, spesso in maniera subdola, quasi inconsapevole. Va rivisto il paradigma culturale del rapporto tra i due generi.


I nostri strumenti legislativi sono sufficienti oppure bisogna fare di più?

Dal punto di vista normativo abbiamo delle leggi piuttosto efficaci. Tutto quello che viene fatto dagli umani si può sempre migliorare, però gli strumenti ci sono già adesso e potrebbero essere anche efficaci. Il problema è come vengono applicati.


L'Aispis ha promosso una rete tra forze dell'ordine, operatori sociali coinvolti a vario titolo e istituzioni per contrastare la violenza di genere. È una buona soluzione?

Sicuramente è una soluzione efficace per gestire l'emergenza e credo che sia la strada migliore per creare una sinergia e dare alle donne una reale protezione nel momento in cui denunciano, che è un momento estremamente critico.


Cosa si augura per il futuro?

Siamo in un epoca storica estremamente travagliata. Viviamo una fase di transizione da un modello che fa ancora fatica a tramontare e che è ancora largamente diffuso nelle famiglie italiane e un nuovo modo di intendere il rapporto tra i generi che fa fatica a insediarsi. Ci vorrà molto tempo. Non credo che vivrò abbastanza a lungo per vedere germogliare i semi che sto seminando.

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