Usa e Cina sono vicine ad un accordo sul commercio che porterebbe al ritiro dei dazi posti come ritorsione in questo lungo braccio di ferro. È quanto riportano l’agenzia Bloomberg e il Wall Street Journal. In particolare Pechino sarebbe pronta ad eliminare le restrizioni doganali sui prodotti agricoli, chimici, sulle auto e altri beni americani che importa. Washington, dal canto suo, ritirerebbe quasi tutte le sanzioni con cui ha colpito i prodotti cinesi a partire da quest’anno. La Cina ha posto come condizione all’accordo che
l’amministrazione Trump rimuova al più presto i dazi pari a circa 200 miliardi di dollari.
L’intesa per diventare operativa ha bisogno comunque di alcuni passaggi fondamentali che riguardano soprattutto i tempi per il ritiro delle restrizioni doganali. Secondo una fonte citata da Bloomberg, gli Stati Uniti vorrebbero usare più a lungo possibile la leva dei dazi per essere sicuri che Pechino mantenga fede agli impegni presi e non si tiri fuori dal tavolo negoziale all’ultimo momento.
La diplomazia sta lavorando per arrivare a un testo definitivo da portare a quello che dovrebbe essere il vertice conclusivo tra Trump e Xi Jimping ancora da fissare ma che secondo indiscrezioni del Wall Street Journal potrebbe avvenire il 27 marzo. Secondo Zhang Yesui, portavoce del Congresso Nazionale del Popolo, ha parlato di “dialogo fruttuoso tra USA e Cina che stanno facendo passi in avanti per l’accordo”. La Cina ha messo sul tavolo il taglio delle tariffe sui prodotti agricoli, chimici, automobilistici e di altro tipo importati dagli Stati Uniti. Nello specifico, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, la Cina acquisterà 18 miliardi di dollari di gas naturale dalla Cheniere Energy Inc., con sede a Houston. Pechino si è anche impegnata a ridurre i dazi sui veicoli importati al di sotto del livello attuale del 15%. Washington però sta prendendo tempo. Trump vorrebbe arrivare alla vigilia dell’intesa prima di prendere una posizione definitiva. Intanto lancia alcuni segnali di disponibilità come il blocco dell’aumento dei dazi dal 10% al 25% sulle importazioni dalla Cina che avrebbe dovuto scattare il primo marzo. Di contro ha chiesto a Pechino di rimuovere subito le sanzioni sui prodotti agricoli americani. Questo gioco diplomatico di fioretto induce gli osservatori alla massima cautela sui contenuti della trattativa che al di là dei segnali di distensione, è ancora da definire nel dettaglio. Washington sta anche seguendo con attenzione le ripercussioni che l’annuncio di un accordo imminente con la Cina ha avuto sul mercato borsistico. Wall Street giudica positivamente la fine del braccio di ferro con Pechino e sta scommettendo su una rapida soluzione. Il rialzo delle contrattazioni non è un fattore irrilevante per l’amministrazione di Trump che teme l’arrivo, pronosticato, di una nuova crisi economica.
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