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Usa, nasce in Svezia la proposta della Dem Ocasio Cortez di tasse più alte per i più ricchi


Alexandra Ocasio-Cortez

«Le super tasse sui super ricchi salveranno il mondo?» È la domanda provocatoria lanciata da Forbes, il business magazine più famoso al mondo, che si è inserito nel dibattito, ancora vivace, negli Stati Uniti, attorno alla proposta lanciata dalla 29enne neodeputata dei Democratici, Alexandra Ocasio-Cortez, di alzare al 70% l’aliquota marginale sui redditi dei più ricchi, superiori ai 10 milioni di dollari, per finanziare, almeno in parte, il suo grande piano di riforma verde dell’economia e di una assistenza sanitaria a tutti oltre ai benefici del welfare sul modello europeo. Da quando l’esponente più nota della corrente socialista del partito, ne ha parlato alla CBS, si è scatenato un putiferio con i commentatori vicini alle posizioni repubblicane, infuriati e i sostenitori invece che invece sostengono i vantaggi di una tale riforma. E citano l’esempio della Svezia che ha applicato l’aliquota marginale del 69,7% sui redditi superiori ai 79mila dollari. Ovvero il 30% più alta di quella in vigore negli Stati Uniti.


Coloro che criticano l’alta tassazione sui più ricchi sostengono che è un disincentivo al lavoro. Ma la Svezia nonostante l’alta imposizione fiscale, ha avuto ottime performances per la crescita economica, con una media, negli ultimi dieci anni, del 2,7% contro il 2,2% degli USA.

In un recente studio gli economisti Peter Diamond e Emmanuel Saez, hanno calcolato che il livello massimo di tassazione ottimale è circa al 73%. Un’alta pressione fiscale è stata accettata nei Paesi del Nord Europa che in cambio godono di servizi di assistenza e istruzione gratuita per i ragazzi, di sostegni ai disoccupati. Nessuno sarebbe disposto a perdere questi benefits statali in cambio di un maggior reddito. Olli Karkkainen, economista della Nordea Bank Abp sottolinea che «l’importante è come le maggiori imposte vengono utilizzate». Nei Paesi del Nord Europa, gli effetti negativi delle alte tasse sono compensati dai servizi finanziati dal gettito fiscale. Gli economisti sostengono che tale livello di imposte è accettato perché il welfare state è molto radicato. Sono Paesi che hanno un livello di istruzione molto alto, numerosi sostegni al mercato del lavoro a cui si aggiunge una buona fiducia nella capacità amministrativa del governo. Karkkainen quindi conclude dicendo che il modello svedese «non si può esportare negli Stati Uniti che hanno una storia diversa, una popolazione più numerosa e un mercato del lavoro con regole diverse».

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