«La nostra filosofia si basa sul concetto giudaico cristiano della charity e del buon esempio. Puntiamo sulle nuove generazioni, perché sono loro il nostro futuro, forniamo ai ragazzi particolarmente meritevoli un credito d'onore per poter completare gli studi e soprattutto, attraverso dei testimonial, indichiamo loro un modello di vita da seguire per raggiungere il successo». Parla Stefano Vaccarono, fondatore e membro del consiglio di amministrazione di BHive Foundation, una fondazione attiva a livello internazionale che, in oltre vent'anni, ha contribuito alla formazione sociale e professionale di quasi 450 studenti di 15 Paesi.
Dottor Vaccarono, la mission pedagogica di Bhive è resa possibile grazie alle donazioni dei finanziatori, non è vero?
«Sicuramente, ma non tutti posso entrare a far parte della nostra rete, perché per noi non sono importanti i soldi in quanto tali, ma è un nostro principio imprenscindibile che chi finanzia i progetti di BHive rappresenti un esempio. Noi non scegliamo miliardari, selezioniamo testimonial».
Molto interessante. Si spieghi meglio...
«Solitamente chiunque voglia fare charity ci invia una manifestazione di interesse. Noi non guardiamo al portafoglio e al quantitativo della donazione che questa persona potrebbe fare, ma prendiamo informazioni sulla sua vita, sul suo know how e valutiamo se il candidato possa essere un esempio di vita familiare, sociale e professionale per i giovani. Se il donatore possiede queste caratteristiche gli chiediamo tempo prima che soldi».
Tempo per cosa?
«Per essere un testimonial del successo che si può avere nella vita quando si segue un percorso fatto di valori. Chiediamo al finanziatore di partecipare ai nostri eventi, che organizziamo nelle migliori università del mondo con gli studenti che abbiamo scelto di sostenere negli studi, e di raccontare la sua vita fatta di esperienze sane e positive, grazie alle quali è arrivato al successo. Insomma, i nostri finanziatori sono una sorta di motivatori, perché i giovani ascoltano le loro storie, si appassionano e capiscono che nella vita tutto è possibile, che il destino è nelle loro mani e che per raggiungere la felicità bisogna seguire i valori imprenscindibili».
E invece sulla base di quali requisiti scegliete i ragazzi su cui investite?
«Abbiamo degli accordi con le migliori università del mondo e con prestigiose scuole professionali di chef e pasticceria. Sono le università che ci sottopongono i profili dei giovani promettenti che, per contingenze familiari, non hanno più la possibilità di mantenersi agli studi. Noi li selezioniamo dopo un colloquio e, se li reputiamo in linea alla nostra mission, gli proponiamo un prestito d'onore».
In conclusione, in cosa consiste questo prestito?
«Nel finanziare i loro studi senza che possano percepire quel denaro come un'elemosina. Noi investiamo su questi ragazzi, li formiamo e un domani, quando entreranno nel mondo del lavoro e guadagneranno i primi soldi, potranno sdebitarsi restituendo ciò che è stato investito su di loro. È una modalità che non va a pesare sulla dignità, perché sanno che un domani i soldi che restituiranno serviranno a contribuire al successo di un'altra persona. Come loro stessi hanno avuto la fortuna di avere qualcuno che ha creduto nelle potenzialità, in futuro si sentiranno protagonisti della felicità di un altro ragazzo».
di Rita Cavallaro
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