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Venezuela, sanzioni Usa sul petrolio per abbattere Maduro



Gli Stati Uniti accelerano le operazioni per abbattere il regime di Maduro, usando l’arma del petrolio. Lo strumento è quello delle sanzioni. Washington ha annunciato che da ora in poi tutti i ricavi della compagnia Petroleos de Venezuela, e quelli della sua sussidiaria americana Citgo, dovranno essere versati su un conto nella sola disponibilità del presidente ad interim Juan Guaidò. Questa mossa bloccherà 7 miliardi di dollari in beni già esistenti, e costerà all’esecutivo chavista 11 miliardi in esportazioni perse durante il prossimo anno. Si tratta delle sanzioni più dure finora imposte da Washington a Maduro. Le compagnie però continueranno a lavorare regolarmente, anche se Guaidò nominerà a breve i loro nuovi vertici, lasciando tutti i dipendenti ai propri posti.


Il 35enne che ha sfidato il regime di Maduro, proclamandosi Presidente ha spiegato che il rinnovo del board delle compagnie petrolifere serve ad evitare che un fallimento porti al passaggio in mani americane. «Vogliamo che continui ad essere un bene di proprietà dei venezuelani» ha detto Guaidò. Il Venezuela è la più grande riserva di petrolio al mondo ed è tuttora sfruttata solo in minima parte. Il Paese non è stato capace di ammodernare tale industria che ha visto nell’ultimo decennio un progressivo declino. Nel 2012 Caracas produceva 2,9 milioni di barili al giorno di petrolio (mbg) e ne esportava 2,1. Sei anni dopo, nel 2018, ha estratto meno della metà del greggio, 1,3 mbg, esportandone 1,2 milioni. Le esportazioni di oro nero inoltre sono crollate nel 2018 ai minimi da quasi 30 anni. Le sanzioni imposte dagli USA oltre a colpire Maduro, danneggiano soprattutto la popolazione, già allo stremo e alle prese con un’inflazione ormai fuori controllo.


Intanto Guaidò ha annunciato via Twitter l’avvio di una «presa di controllo progressiva ed ordinata» degli asset del Paese latinoamericano all’estero. Il neo presidente ha detto che «è necessario impedire che nella sua fase di uscita, e non contento di aver rubato tutto quello che hanno rubato dal Venezuela, l’usurpatore e la sua banda non decidano di raschiare il fondo del barile», in riferimento a Maduro. I conti della Repubblica ora saranno sotto il controllo delle «autorità legittime» per «evitare che vada avanti il saccheggio». Il controllo di questi asset, ha sottolineato, sarà affidato al Parlamento venezuelano, poi ha chiamato la popolazione a due nuove mobilitazioni. La prima è stata convocata per mercoledì: Guaidò ha chiesto ai suoi sostenitori di scendere in piazza per una manifestazione pacifica di due ore. Per sabato ha invitato invece a dimostrazioni di massa «in ogni angolo del Venezuela e del mondo».

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