Cosa non si fa per amore. Sono accusati di aver pianificato di uccidere come fanno le spie. Prima comprando i pezzi di una pistola stampata in 3D. Poi sintetizzando semi di ricino, per ricavarne la micidiale molecola di ricina che avrebbe dovuto spruzzare sulla vittima un ignaro bambino di 11 anni utilizzando una pistola giocattolo. Il finale invece è stato un altro: quattro giovani torinesi tra i 20 i 24 anni, tutti ritenuti simpatizzanti dell’estrema destra e di CasaPound, arrestati per tentato omicidio aggravato e continuato, produzione e detenzione di aggressivo chimico del tipo ricina e tentata fabbricazione di arma da fuoco clandestina. Si può dire che l’inchiesta sia stata lampo. Due le vittime che secondo la ricostruzione dell’accusa avrebbero soffiato altrettante ragazze ad altrettanti spasimanti del gruppetto di amici “al veleno”. Già a novembre scorso i carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, coordinati dal pm Manuela Pedrotta, della Procura della Repubblica di Torino, erano venuti a sapere di strani movimenti sul Deep Web, la Rete profonda.
NEL DEEP WEB LA PISTOLA IN 3D
Ai militari era arrivata la segnalazione che attraverso il canale “oscuro” un tale aveva mostrato curiosi interessi. Uno dei quattro che vive nell’Astigiano avrebbe tentato di mettere le mani sulle parti stampate di una pistola modello “Liberator”: roba da 007, da killer professionisti, da personaggi del romanziere Tom Clancy o della serie tv Breaking Bad. Alla fine, il progetto non è andato in porto. E ha preso corpo quello della ricina. Stavolta, però, in un garage a Bra, nel Cuneese. Qui il “chimico” della comitiva si sarebbe dotato del necessario per lavorare i semi e produrre la terribile sostanza. Ma non è cosa semplice. Su Internet ha trovato le spiegazioni fai-da-te eppure le cose non sono filate lisce come l’olio.
L’AVVELENAMENTO DURANTE LA FESTA
«Il 10 novembre 2018 – spiegano gli investigatori – hanno tentato di commettere l’omicidio di una delle due vittime durante la festa di CasaPound Torino - denominata Blocco-party 2018, al circolo Asso di bastoni - versando una dose di ricina all’interno di un bicchiere contenente vodka poi offerto all’ignara vittima. L’evento non è verificato – continuano - perché la ricina non si è diluita completamente e si è depositata sul fondo del bicchiere essendo stata mescolata con un liquido a forte base alcolica» due giorni dopo procurando alla vittima forti dolori allo stomaco con attacchi di vomito. Per cui si sarebbe passati al piano b: l’undicenne armato di pistola a spruzzo caricata di ricina.
SCOPERTO IL CHIMICO DEL GRUPPO
Un mese dopo, prima di Natale i carabinieri passano all’azione. I 21 dicembre fanno irruzione nel garage a Bra. Trovano alcuni contenitori con sostanze liquide e solide riconducibili alla lavorazione dei semi di ricino e arrestano il “chimico”. Mettono sotto intercettazione gli altri e ricostruiscono i presunti progetti di morte dei quattro. Oggi altri tre in manette.
CASAPOUND PRENDE LE DISTANZE
Il vertice locale di CasaPound prende le distanze. «Dagli accertamenti svolti - dice il coordinatore Marco Racca - risulta che i soggetti coinvolti avevano frequentato il gruppo giovanile dal quale erano infine stati allontanati. Le vicende, inoltre, per le quali sono indagati non hanno alcuna connotazione politica. Avrebbero agito per fini sentimentali e progettavano, secondo quanto scritto sui giornali, di colpire uno o forse più aderenti del nostro movimento. In questa vicenda CasaPound Italia è parte lesa ed intendo con l'occasione ribadire la mia solidarietà e vicinanza alle potenziali vittime».
di Fabio Di Chio
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