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Zara, intesa vicina tra lavoratori e coop Faro, Antonelli Cgil: «Molti parlano di accordo obbligato



Dopo quindici giorni di sciopero e un episodio di violenza – quello del 6 marzo in cui una squadra di vigilantes ingaggiata dalla coop avrebbe aggredito il presidio dei manifestanti – sembra più vicino un accordo conciliativo tra i lavoratori della cooperativa Expo Logistic, che ha in appalto i magazzini di Zara a Castel Giubileo, e il Gruppo Faro presieduto dall'imprenditore Roberto Picena. Questa la motivazione per cui sarebbe stata annullata la manifestazione, prevista per la mattinata del 14 marzo presso l'obelisco di piazza Montecitorio, indetta dalla Cgil per supportare la lotta dei magazzinieri che richiedevano condizioni contrattuali e lavorative dignitose. L'offerta presentata da Expo Logistic, che porterebbe a un diverso inquadramento contrattuale, con un conseguente adeguamento economico e con il pieno riconoscimento dei diritti dei lavoratori (quali tredicesima, quattordicesima, ferie e orari di lavoro in conformità con le mansioni svolte) sembrerebbe aver fatto breccia nel nucleo degli scioperanti, tutti di etnia egiziana, e dovrebbe portare al ripristino dell'attività sospesa da diversi giorni. Per Alessandro Antonelli, Segretario regionale e responsabile del settore Merci e Logistica della Cgil Lazio, le ragioni di questo accordo sono da ricercare nella precaria posizione in cui si sarebbero ritrovati i lavoratori, dichiarando che «forse si è giocato con la paura di queste persone». Secondo Antonelli, infatti, la situazione si sarebbe sbloccata in seguito agli episodi di violenza del 6 marzo e grazie a diversi incontri tra l'imprenditore a capo del Gruppo Faro, Roberto Picena, e una rappresentanza degli scioperanti; tutti incontri avvenuti all'interno delle mura di un hotel romano in cui i lavoratori – dichiara il segretario regionale – «sarebbero stati riportati a migliori consigli».


Alessandro Antonelli, quale è il nodo della vicenda che ha portato in sciopero i lavoratori?


«Le problematiche per i lavoratori della coop facente capo al gruppo Faro sono diverse e l'aspetto economico è soltanto una delle diverse facce della questione. Il primo punto è di tipo normativo: queste persone sono inquadrate come soci lavoratori della cooperativa, ma nei fatti vengono a mancare tutti gli aspetti fondanti della cooperativa. Non si parla di lavoratori che si sono associati, ma di dipendenti di una impresa a tutti gli effetti guidata dall'imprenditore Roberto Picena. Quindi lo status giuridico relativo al rapporto lavorativo in essere non è in nessun modo pertinente. La serie di cooperative del gruppo Faro sembrano più una sorta di contenitore, essendo poi tutti i rapporti, i contratti e i coordinatori facenti capo al gruppo stesso. Ciò è altresì accertato dall'inchiesta della Procura di Imperia a seguito delle indagini della Guardia di Finanza a carico dell'imprenditore Picena. Di fatto sono cooperative che andrebbero immediatamente sciolte, venendo meno la natura mutualistica delle stesse»


Quali sono i termini contrattuali oggetto delle rimostranze dei lavoratori?


«Parlando dell'aspetto economico, ai lavoratori non sono state riconosciute delle spettanze previste nell'accordo contrattuale, tradotte in importi netti ben inferiori rispetto a quelli previsti, oltre all'assenza di tredicesima e quattordicesima, del riconoscimento degli straordinari e sicuramente di un inquadramento contrattuale non del tutto in linea con le mansioni svolte»


Perché è stata annullata la manifestazione prevista per questa mattina a Montecitorio?


«Come sindacato non abbiamo ritenuto ci fossero più le condizioni, anche da un punto di vista politico, per portarla avanti. Molti dei manifestanti sono infatti propensi ad accettare la soluzione conciliativa proposta da Faro. L'auspicio è che anche da parte delle istituzioni ci sia un controllo e una vigilanza costante sulle condizioni lavorative di queste persone e che le promesse che oggi vengono fatte dal gruppo Faro siano rispettate»


Come si è giunti all'accordo vista la distanza tra le parti?


«Una prima incrinatura nella volontà collettiva di proseguire lo sciopero da parte dei lavoratori è arrivata in seguito agli episodi di violenza nei pressi dei magazzini di Castel Giubileo, dove peraltro le telecamere, che secondo qualcuno dovrebbero chiarire l'episodio, non erano in funzione. Di seguito vi sono stati, in un hotel romano, numerosi incontri tra il dott. Picena e i lavoratori che, evidentemente, sono stati portati a riconsiderare le loro posizioni. Molti di loro ci hanno espresso il loro dispiacere, parlando di una decisione obbligata»


Ritiene abbiano subito pressioni da parte di Faro per accettare l'accordo?


«Parliamo di un gruppo di persone di un'unica etnia, egiziana, portati qui in Italia espressamente per fare questo lavoro e coordinati da loro connazionali. Un contesto sociale quindi molto particolare. L'idea che si possa essere giocato sulla paura di queste persone, anche tramite la prospettiva di mancate possibilità future se l'accordo non fosse stato accettato, resta possibile. Siamo di fronte a un fenomeno che comprendiamo, ma fino a un certo punto. Sicuramente continueremo a vigilare affinché i nuovi impegni presi vengano rispettati»


di Alessandro Leproux

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