Dario Panzeri non è un nome mainstream, ma presso tutti gli addetti ai lavori gode di una reputazione importante: è infatti considerato uno dei più talentuosi disegnatori europei, un vero maestro. Il suo primo libro, dopo vent'anni di attività pittorica e di storie brevi a fumetti, il graphic novel Perso nel bosco, personalissima rielaborazione del mito di Batman realizzata per il Progetto Stigma di AkaB e pubblicata da Eris Edizioni, nel mondo dei comics è stato un vero evento editoriale, che ha goduto di recensioni straordinarie. Ora Panzeri, sempre per Stigma ed Eris, è appena tornato nelle librerie con un lavoro estremamente atipico, Undici, dedicato all'11 settembre. Ne abbiamo chiacchierato per SprayNews, grazie anche al fatto che Dario mi onora della sua amicizia e in passato è stato tra i circa cinquanta disegnatori coinvolti nel mio progetto multimediale Umberto Baccolo's (n)INFOmaniac, curando anche la grafica del libro relativo.
"Undici" è un libro difficile da definire, non fumetto, non artbook, non libro illustrato, ma molte cose assieme... soprattutto la storia di un'ossessione, per l'11 settembre? Ci puoi raccontare la sua origine e il suo perché?
Sebbene si riferisca a un avvenimento specifico, il progetto UNDICI, nella sua struttura, ha sempre voluto essere il risultato di una visione collettiva.
Tantissimi libri e film hanno trattato questo argomento ma, a mio avviso, il ritratto più veritiero e realistico dell'11 settembre sarà sempre e solo quello dei numerosi documentari sull'accaduto.
Anzi, meglio ancora, dai video e dalle foto presi singolarmente della gente sparpagliata tutt'intorno. Come l'archivio redatto della NIST, che raccoglie quanti più documenti senza montaggio nè alterazioni di alcun genere.
L'impatto del secondo aereo è stato immortalato da una cinquantina di angolazioni diverse e spesso nei tg e nei documentari ci propongono le più eclatanti in rapida successione come in un kolossal apocalittico.
Ma è solo quando osserviamo i fatti in tempo reale che tutto diventa esplicito, deprimente e angoscioso; l'aereo appare dal nulla , buca il grattacielo ed esplode tra le urla. Stop. Lo fa una volta sola.
Ebbene come per il film United 93 o il documentario 102 Minutes That Changed America, anch'io ho tentato il più possibile di restituire l'esatta successione (emotiva) dei fatti.
Immagino sia questo ciò che volevo così ostinatamente raccontare col mio libro; un trauma fisico che ci riguarda tutti, senza la pretesa di modificarlo nel tempo, stando molto attento a non renderlo più rassicurante.
Più lontano.
Come è stato il processo di assemblaggio dei materiali, fatto assieme a Matteo Contin, come avete deciso la struttura del volume?
Ho conosciuto Matteo Contin leggendo le sue recensioni di Perso Nel Bosco e Nervious.
Non sapevo lavorasse da solo e ho immediatamente mandato i miei complimenti e miei più sinceri ringraziamenti a tutto lo staff di Duluth Comics.
Ho condiviso quegli articoli con quante più persone potevo tra quelle con cui avevo lavorato, ero convinto d'aver scoperto un vero genio della critica.
Ed è stato lì che ho realizzato di essere io l'unico rimasto a non conoscere ancora Contin...
La tua domanda sul processo di assemblaggio assieme a lui è troppo difficile da raccontare da solo. Presto lo faremo insieme.
Pensi che questo libro chiuda il tuo viaggio dentro l'11 settembre o che sia una tappa di un percorso che continuerà ancora almeno privatamente?
Per dirla alla maniera del Dottor Manhattan "Nulla finisce, nulla ha mai fine".. Sebbene devo ammettere che pubblicare UNDICI nel ventennale della strage ha rappresentato per me la chiusura di un cerchio aperto una vita fa.
Questa è la parte in cui ringrazio gli Eris e al tempo stesso ripenso a tutto il materiale che avrei potuto aggiungere nel libro ma che non ho messo.
Non escludo che il progetto sull'11 settembre possa ritornare in futuro ma adesso e per i prossimi tempi non voglio più pensarci. Sono sfinito.
Alla fine, per te, cosa rappresenta l'11 settembre? A livello interiore, o simbolico volendo? Perché ho l'impressione che tu stia raccontando metaforicamente te stesso.
In effetti è così ...io credo di essere le Torri Gemelle.
Non so esattamente cosa intendo dire ma ricordo di aver pronunciato queste parole poco tempo dopo gli eventi dell'11 settembre 2001.
È assurdo lo so eppure ho trovato questo stesso concetto nelle prime pagine del romanzo di Don DeLillo, The Falling Man e mi sono sentito in dovere di riportare quella citazione nel mio libro:
"Udì il suono del secondo crollo, o lo avvertì nel tremore dell'aria, la torre nord che cadeva, uno sconcerto sommesso di voci in lontananza. La torre nord che crollava era lui."
Il libro è dedicato ad Akab che ti ha coinvolto in Stigma. Per te è stato un'influenza, e nel caso anche per 11? Ci vuoi lasciare un ricordo di lui e del vostro rapporto artistico e amicale?
Devo ad Akab la realizzazione dei questi due libri totalmente improponibili (Perso Nel Bosco e UNDICI.)
Il libro è a lui dedicato ma non è solo questo, il suo fantasma è in tutte pagine ed è stato presente durante tutta la lavorazione.
Non credo che lui possa sentirmi ma io posso sentire lui.
Al libro sono collegate tracce musicali, ci puoi parlare di come nasce questa cosa?
Macrogramma è una conoscenza antica. È un compositore di musica ambientale e, negli anni, abbiamo collaborato spesso contaminandoci a vicenda.
La colonna sonora che ha composto per il mio libro UNDICI si intitola La meccanica degli oggetti ed è distribuito dalla RHOS!Records.
Ascoltando i brani di Macrogramma mi chiedo quanto spacchhino più del mio libro!
Quali sono i tuoi nuovi progetti, "Nervious" continuerà ad esempio, e la tua collaborazione con Stigma?
Nervious continuerà, e ho tanti altri progetti nella testa. Robe diverse con stili diversi..
Per quanto riguarda Stigma bè.. Stigma non è qualcosa con cui collaboro. È qualcosa di cui faccio parte.
Di Umberto Baccolo.
Comments