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Al Senato il convegno Aispis per un’etica della relazione e la formazione delle forze dell’ordine



Femminicidi, Violenza di Genere e Misure di Prevenzione. Oggi al Senato della Repubblica si svolto il dibattito promosso dall’AISPIS dal titolo: “Formazione Forze dell'Ordine”. L’Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica grazie all’impegno della Presidente Iolanda Ippolito, della Vice Presidente Marilena Bonifacio e della segretaria Generale Antonella Cortese, per dar seguito ed attuazione alle linee programmatiche esposte durante la conferenza di presentazione alla Camera il 23 di luglio scorso per costruire una Task Force a protezione delle Donne attiva sul territorio nazionale con l’aiuto di tutti gli operatori e presidi attivi sul territorio ritiene imprescindibile partire dall’adeguata formazione forze dell’ordine, capire come e dove si possono migliorare gli interventi sul territorio e di che cosa hanno bisogno gli operatori di pubblica sicurezza per svolgere al meglio le loro funzioni. Gli obiettivi che l’AISPIS con la sua azione concreta, che non è solo di sensibilizzazione, sono la prevenzione, la sicurezza e laddove si agisca in via repressiva, la certezza di assicurare i colpevoli di violenza di genere alla Giustizia nel più breve tempo possibile confidando nella corretta, adeguata e giusta commissione della pena per reati tanto gravi. L’associazionismo dell’AISPIS soprattutto grazie alla sua natura non politica pone al centro quei temi non di parte ma che sono di tutti e tutti ne sono coinvolti come società civile dove molti sentono di dover dare il loro contributo per renderla migliore e più sicura. Per questo oggi al Senato tanti gli interventi dell’associazionismo attivo nel sociale e di quella politica senza colore di partito ma portabandiera di ideali comuni e condivisi. Marilena Bonifacio Vice Presidente AISPIS ha introdotto i lavori di oggi ricordando l’importanza del protocollo d’intesa raggiunto con la Regione Campania ai fini della realizzazione della Task Force nazionale. Un nucleo antiviolenza che vede Carabinieri, Polizia, psicologi e assistenti sociali per dare risposte concrete e contrasto efficace a quel mondo complesso della violenza di genere dallo stalking al femminicidio. Un’idea nata da più professionisti che hanno messo insieme le loro forze e hanno dato vita a questo progetto. Un progetto diviso in sei incontri che puntano alla costituzione del NaV (Nucleo Anti Violenza) con l’obiettivo di partire dalla Campania per dare rilevanza nazionale ad una questione che di locale ha ben poco, soprattutto dopo un’estate segnata da innumerevoli casi di stupri, violenze e denunce di aggressioni. Un numero talmente elevato che c’è da domandarsi se siamo davvero consapevoli di questo fenomeno. Da questa considerazione parte la riflessione della scrittrice Gemma Tisci: Dalla consapevolezza, ma di questa c’è ne è troppo poca ma senza di questa nessun pentimento ci potrà mai essere per quegli uomini che uccidono le donne, non tanto perché le odiano, ma perché odiano tutto quello che queste rappresentano fino, in ultima analisi, ad odiare la vita e il non sapere confrontarsi con essa. Meglio allora il buio, la negazione e la morte che più di una certezza è una rassicurazione per chi ha paura di perdere quello che non hai mai avuto, perché non era suo, perché non ne aveva alcun diritto e la violenza per provare a prenderselo non sarebbe legge nemmeno nella giungla. Imparare a parlare, non a mordere e uccidere come le bestie è l’auspicio della Tisci per gli uomini colpevoli che devono necessariamente recuperare il senso delle relazioni prima di un insano e irreparabile gesto. L’insegnamento del dialogo è la base da cui partire, non si può accettare una società in cui si parla poco, male e con violenza. Anche per Francesca Flati, la prevenzione è fondamentale e questa non può prescindere dalla formazione e Sara Maunfuso di #ioCosì rinnova l’attenzione sull’impianto delle norme che seppur stringente (perché le leggi ci sono) deve essere adeguato ai fini riabilitativi. Chi ha bisogno d’aiuto è la società nel suo insieme per ritrovare quella consapevolezza auspicata ma non ancora raggiunta. E non ci sono scuse, perché “Scusa” è sempre la parola che segue il primo schiaffo ma che non sarà mai l’ultimo e il solo. Non crediamo ai raptus omicida né parliamo sempre e solo di inasprire le pene. Il problema è la violenza e - come ha affermato Luigi Iovino, il più giovane Deputato della legislatura eletto nel movimento 5stelle durante il suo intervento - l’intenzione è quella di lavorare proprio dove certi meccanismi, legati alla cultura patriarcale continuano a sopravvivere e diffondersi. Nella convinzione che la formazione sia il mezzo fondamentale per sviluppare cambiamenti culturali che possono porre fine alla violenza di genere. Partire dunque dalla Campania, dalle scuole e dai giovani provando a coinvolgere, come avvenuto oggi, professionisti ed esponenti politici e della società civile per costruire una nuova coscienza collettiva che bandisca la violenza nelle relazioni e nelle famiglie.

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