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Bagno di folla a Pontida, Salvini lancia la "lega delle leghe"


Un bagno di folla ha accolto Matteo Salvini per il tradizionale "happening" a Pontida che festeggia il ventottesimo raduno del Carroccio e dei suoi sostenitori. Almeno settantacinque mila persone, stando agli organizzatori, presenti alla storica adunata, la prima che vede il partito fondato da Umberto Bossi stabilmente al 30 per cento nei sondaggi

"Una lega delle leghe", questo il proposito lanciato alla folla in festa dal leader e vicepremier del governo "del cambiamento", che mira già alle elezioni europee che saranno secondo Salvini uno spartiacque fra i movimenti liberi e sovrani e le élite d'Europa, il vero "nemico", anche stando alle parole dell'uomo ombra della Lega, Giancarlo Giorgetti, che parla di assenza di opposizione in Italia e vede nell'establishment dell'Ue la vera nemesi.

"Leghisti d'ogni dove unitevi", sembra questo il richiamo a cui hanno risposto i numerosissimi presenti all'evento, confluiti da ogni zona della penisola, sin dal

profondo sud, per non mancare allo storico appuntamento con il direttorio del movimento lombardo, nato quasi trent'anni fa con mire secessioniste, quale piccola minoranza locale e trasformatosi in partito nazionale e in grado di trainare le politiche del nuovo governo.


Dal palco della manifestazione, in un clima festoso e di giubilo, il capo del Viminale si è lasciato andare a dichiarazioni accorate che hanno toccato diversi punti della politica sia interna che estera che sta adottando il Paese da quando il nuovo esecutivo si è insediato.

Primo fra i temi trattati da Salvini è ovviamente quello legato all'immigrazione e alla gestione dei confini. Senza mezzi termini il leader del Carroccio ha fatto intendere di voler proseguire sulla linea dura e di intransigenza che non solo ha permesso all'Italia di far finalmente valere la propria voce in sede del Consiglio europeo, ma ha anche dato primi sostanziali risultati in termini di contenimento delle frontiere, sia interne che esterne, con gli accordi con la marina libica e i provvedimenti di respingimento dai porti italiani delle navi Ong, considerate "trafficanti di esseri umani".

In merito alla polemica scoppiata ieri con il presidente della Camera Fico, sulle dichiarazioni del grillino che chiedeva una politica più "morbida" sul tema migratorio, Salvini ha tirato dritto senza indugi, ribadendo di rispettare le opinioni di tutti, ma che a decidere sono poi i ministri competenti e confermando l'ottima sintonia con Toninelli e Di Maio sul tema. Problema rientrato, almeno per ora. Il vicepremier ha voluto chiarire che la solidarietà dimostrata dall'Italia e dagli italiani non verrà meno nemmeno in questa fase storica e anzi, donne e bambini e rifugiati che scappano dalla guerra saranno sempre accolti nel nostro Paese.

Spazio anche per qualche sassolino ingombrante da rimuovere dalla scarpa, Salvini si è rivolto con amicizia e entusiasmo nei riguardi delle autorità libiche, in particolare quelle che operano costantemente sulle coste dove gli sbarchi sono all'ordine del giorno, dichiarando "che nel silenzio dei media hanno soccorso più di mille disperati che stavano rischiando di annegare e li hanno riportati in Libia", definendo poi "sciacalli" quelli che hanno speculato attorno alle morti di alcuni naufraghi nel Mediterraneo associate all'operato del governo dell'ultimo mese.


Molti i temi di politica interna toccati nel discorso del segretario del Carroccio che, dopo essersi lanciato in difesa della famiglia naturale, definendo "pensiero personale" quello del sottosegretario con delega alle Pari Opportunità Vincenzo Spadafora, che chiedeva che le lotte della Lgbt non subissero un drastico dietrofront, si è prima scagliato contro multinazionali quali la Coca Cola che, per qualche consumatore in più sponsorizzano quella e quell'altra manifestazione, in un operato superficiale e interessato unicamente al profitto che non tiene conto delle tradizioni culturali dei diversi paesi e anzi mira a un appiattimento generale.

"Tutta l'Europa si è accorta che c'è un governo che ha fatto più in un mese di altri in 6 anni di dormite", ha proseguito il vicepremier che ha definito "schifoso l'utero in affitto", una pratica che la Lega condanna apertamente, seppur lo stesso Salvini ha ribadito che "lo Stato non entra nei negozi con gli studi di settore figurarsi se entra nelle camere da letto. Ognuno a casa sua fa quello che vuole".


Non ha lesinato nemmeno in temi economici, confermando l'idea congiunta coi 5 Stelle e presente nel contratto di governo, di voler "rottamare" senza se e senza ma la legge Fornero, definita "ingiusta, inumana e profondamente sbagliata". Sempre sul tema delle pensioni il ministro degli Interni ha fatto la voce grossa facendo sfoggio dell'ormai celebre "prima gli italiani" riguardo agli ipotetici paletti che l'Europa imporrebbe al Belpaese riguardo la possibilità di operare in deficit: "Vincoli e numeri da rispettare? Ci proveremo, smontando pezzetto per pezzetto la Fornero, abbassando le tasse per imprese e famiglie ma, se per fare meglio dovrò ignorare uno zero virgola imposto da Bruxelles, allora dico che per me viene prima la felicità dei popoli, per me quello zero virgola vale zero". Messaggio recapitato alle segreterie di Bruxelles e che non necessita di particolari opere di traduzione o interpretazione.


Un clima da stadio, infernale, fatto di cori e striscioni che inneggiavano al protagonista del momento e confermavano l'assoluta sintonia fra il popolo "verde" e l'operato di questi primi giorni di governo Lega-5Stelle, in un mix di colori, quello tradizionale verde e il nuovissimo blu a stampo "salviniano" che non solo si fondevano alla grande, ma davano vita a un concerto di unità di intenti che è il messaggio più importante recapitato all'attenzione di tutto il concistoro politico nazionale.

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